In manette i vertici della Cantina Canneto, responsabili a vario titolo di reati che vanno dalla frode al commercio fino all’emissione di fatture false.
Carabinieri e Guardia di Finanza di Pavia hanno arrestato questa mattina 5 persone legate alla Cantina Canneto, alle quali si sommano altre 2 sottoposte all’obbligo di firma. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari, nonché all’utilizzo e all’emissione di fatture false che servivano a giustificare quantitativi inesistenti di vino.
Come spiegato dalla stessa Guardia di Finanza, nelle attività di polizia giudiziaria sono state eseguite anche 28 perquisizioni domiciliari, locali e personali nei confronti di altrettante persone fisiche, aziende acquirenti del vino, nonché laboratori di analisi compiacenti. L’Operazione Dioniso, ha avuto inizio nel settembre 2018 allo scopo di verificare presunte attività illecite, finalizzate alla contraffazione di prodotti vinicoli, avvenute durante la vendemmia e la prima lavorazione dei mosti del 2018 nella Cantina Sociale di Canneto Pavese.
Le indagini hanno evidenziato un ammanco di cantina, ossia la differenza tra la quantità fisica di vino presente nelle cisterne e la quantità commerciale riportata nei registri di cantina, pari a 1,2 milioni di litri. Secondo gli inquirenti lo stesso è stato dolosamente creato tramite bolle di consegna relative ad uve mai conferite in azienda da agricoltori compiacenti. Da qui la possibilità di vendere come vini a Denominazione o certificati biologici anche prodotti che in realtà non avevano le caratteristiche richieste per tali etichettature.
Il primo commento alla situazione è affidato a Luigi Gatti, presidente del Consorzio dell’Oltrepò Pavese: “Siamo convinti che sia giusto e importante che siano fatte inchieste serie e controlli affinché si isolino i responsabili di un danno per tutto il mondo del vino italiano non solo per la Lombardia e l’Oltrepò Pavese. Il danno di immagine per il nostro territorio è evidente e lottiamo non da ieri proprio per contrastarlo, mettendoci sempre più passione e determinazione, ma va detto che questo territorio non si sente affatto rappresentato da chi lavora in modo scorretto”.