Crescono vendite e prezzo medio per la denominazione gardesana, che guarda con rinnovato interesse al mercato statunitense.
È una denominazione in salute quella che emerge dai dati divulgati dal Consorzio Lugana Doc. Nel 2019 le vendite sono infatti aumentate del 27% rispetto all’anno precedente, raggiungendo così le 22 milioni di bottiglie. Di queste circa il 70% sono vendute all’estero, con Germania e Stati Uniti principali mercati di acquisizione. Sono soprattutto questi ultimi ad aver trainato la crescita, con un interessante +15% di bottiglie importate.
Ed è proprio oltreoceano che il Consorzio guarda con attenzione, grazie ad un programma promozionale che farà tappa nelle principali piazze del vino, da New York a San Francisco, passando per Seattle, Denver, Miami e Boston.
L’importanza del mercato statunitense pone con forza la questione dei dazi, che il direttore del Consorzio, Andrea Bottarel, sintetizza così “La temporanea tregua raggiunta in questi giorni tra USA e Francia ci fa sperare. La tendenza sembra infatti quella di prendere il giusto tempo per raggiungere accordi che tutelino i reciproci interessi, come nel caso Brexit. Il vino italiano esportato in USA e UK muove di fatto un indotto importante anche per gli operatori del settore dei paesi di destinazione. È doveroso essere prudenti, ma sarebbe altresì controproducente arrestare ora la promozione in un momento di effettiva crescita”.
Interessante anche il prezzo di vendita allo scaffale, che vede il Lugana Doc primeggiare tra i bianchi italiani, con un valore medio che sfiora gli 8 euro a bottiglia, in aumento rispetto al 2018 del 35,7%. Questo il commento del presidente Ettore Nicoletto ”Siamo soddisfatti dei risultati e pronti ad affrontare la prossima campagna in un clima di serenità commerciale, in un mercato che si prospetta equilibrato, a fronte anche delle misure di governo richieste e messe in atto in vista dell’ultima vendemmia”.