Vigneti in salute e nuovi mercati per il vino toscano, sempre più apprezzato dai consumatori internazionali.
Nel corso di PrimAnteprima, giornata di apertura delle Anteprime toscane tenutasi alla Fortezza da Basso di Firenze, si è tenuto il convegno ‘La vision 2030 della Toscana del vino’ durante il quale Ismea ha illustrato lo stato di salute del vigneto toscano e del relativo mercato.
Si scopre così che sui circa 59 mila ettari di vigneto esistente 56 mila sono destinati a produrre le 52 Dop e 6 Igp che insistono sul territorio regionale. Con il 96% degli impianti destinati alle produzioni certificate la Toscana supera di gran lunga la media nazionale, ferma al 62%. Un vigneto orientato alla qualità che ha saputo rinnovarsi, grazie all’ampio utilizzo dei fondi comunitari rivolti alla ristrutturazione e riconversione degli impianti, dei quali hanno beneficiato circa 28.000 ettari.
Questo patrimonio viticolo dà origine a circa 2,1 milioni di ettolitri di vino a Dop o Igp (su un totale regionale di 2,6 milioni di ettolitri), che una volta immessi sul mercato valgono una cifra di poco inferiore al miliardo di euro, di cui 793 milioni generati dai vini a Dop e 168 da quelli a Igp.
Oltre la metà (558 milioni) di questo miliardo è generato dai mercati esteri. Se Stati Uniti e Germania si confermano i principali mercati di destinazione, capaci da soli di assorbire oltre il 50% del prodotto, si assiste alla crescita dei nuovi mercati quali Cina, Giappone, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda. Ancora marginale invece il peso dell’est europeo, Russia compresa.
Numeri che fanno ben sperare, nonostante le incertezze rappresentate dai dazi USA, primo importatore di vini toscani, dalla Brexit e dall’allarme Coronavirus, oltre che dal sensibile rallentamento dell’economia tedesca.