Il 2019 del Consorzio Maremma Toscana

di redazione

Numeri in crescita per la Denominazione, trainata da un vermentino sempre più centrale nella filiera grossetana.

Si è tenuta a Grosseto l’Assemblea dei soci del Consorzio Vini Maremma Toscana nel corso della quale è stato approvato il bilancio consuntivo 2019 e quello previsionale 2020 e sono stati illustrati i programmi per l’anno in corso.

In un quadro di estrema incertezza causato dal coronavirus, che ha impedito al Consorzio di partecipare alle due più importanti fiere di settore costringendolo inoltre ad annullare l’evento MareMMMa – La natura del vino, a tenere banco sono stati soprattutto i dati di produzione.  Si scopre così che la vendemmia 2019 ha fatto registrare numeri record in termini di ettari rivendicati, più di 2.000, e di uve destinate alla Doc, ben al di sopra dei 150mila quintali.

A farsi strada in Maremma è il Vermentino, passato dal 2,5% della superficie vitata provinciale (dato 2006) all’attuale 8,5%, che con i suoi 747 ettari è ormai il vitigno a bacca bianca più coltivato in provincia. Buone anche le sue performance commerciali, con 1.607.000 di bottiglie prodotte nel 2019, pari al 28% dell’imbottigliato complessivo della Doc. Soffrono invece i due vitigni storici della zona, Sangiovese e Trebbiano, passati rispettivamente dal 57% al 44,5% e dal 9,5% al 4% (periodo 2006-2019).

Occorre perseverare nella crescita in quantità e qualità – dichiara Francesco Mazzei, Presidente del Consorzio – oggi la Denominazione Maremma Toscana si attesta al terzo posto, per superficie vitata rivendicata, tra le Dop toscane, dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico. È il momento di accelerare affrontando i mercati in maniera strategica e puntando sulla valorizzazione e sulla promozione non solo dei vini ma anche del territorio. Tutti – prosegue il presidente riferendosi alle difficoltà del momento – comprendiamo la situazione e l’esigenza di attuare delle misure di precauzione nei confronti dell’emergenza coronavirus che ha colto il mondo di sorpresa, ma occorre che le istituzioni la gestiscano con protocolli precisi tenendo conto delle necessità delle imprese; il mese di febbraio a livello commerciale è stato molto critico e le prospettive rischiano di peggiorare nei prossimi mesi”.

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