L’Italia supera la Francia e torna leader mondiale delle esportazioni vinicole. Crescono Usa, Russia e Cina.
Grazie a una crescita del 10%, l’Italia torna ad essere il primo paese al mondo per volumi esportati, che nel 2019 hanno sfiorato i 22 milioni di ettolitri per un controvalore di oltre 6,4 miliardi di euro (+3,2% rispetto al 2018). A dirlo il rapporto stilato dall’Osservatorio del vino UIV in collaborazione con ISMEA, dal quale emerge un quadro positivo per il commercio vinicolo italiano.
Bene gli spumanti (+7,8% in volume, +4,5% in controvalore) che superano i 4 milioni di ettolitri, grazie soprattutto alle performance del Prosecco (+21%, +16%), che oggi vale il 67% dell’intero export. Si rafforzano anche i vini Dop, soprattutto fermi (+13,5% a volume e + 9 a valore) e i vini sfusi, capaci di compensare le perdite degli Igp, che crescono solo nel formato bag in box.
Riguardo ai paesi di acquisizione gli Stati Uniti si confermano il principale mercato, capace di assorbire 3,4 milioni di ettolitri di vino (+2,7%) per un valore complessivo superiore a 1,5 miliardi (5,4%). Supera il miliardo di euro anche la Germania, spinta dal vino sfuso che sale a 2,8 milioni di ettolitri. Il Regno Unito si conferma terzo mercato export nonostante il calo del 5% del fatturato complessivo (770 milioni di euro). Da segnalare la crescita del Giappone, +13,1% per 182 milioni, della Cina, +5,4% per 133 milioni, e della Russia, +21,1% per 130 milioni.