Gli italiani hanno voglia di vino

di redazione

Confortanti i risultati di un’indagine condotta da Veronafiere sui consumi futuri di vino in Italia. A preoccupare è però la disponibilità finanziaria.

Nulla sarà come prima’, il refrain post-emergenza, non vale per il popolo del vino, almeno stando all’indagine condotta dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor ‘Gli effetti del lockdown sui consumi di vino in Italia’ su un campione di 1.000 consumatori di vino, che rappresentano l’85% della popolazione.

Riferendosi al periodo di lockdown il 55% dei consumatori ha dichiarato di non aver modificato le proprie abitudini di consumo durante l’isolamento, a fronte di un terzo che ha invece diminuito e un 14% che indica un consumo superiore. A mutare sono state semmai le dinamiche dei consumi, con l’ormai nota crisi del settore Horeca solo parzialmente compensata dalla crescita della Gdo e del commercio on-line. In prospettiva futura invece l’80% del campione intervistato vorrebbe tornare al consumo ante pandemia, anche se a incidere sarà la disponibilità finanziaria.

A spingere verso la crescita sono soprattutto i Millennial, con un 25% che prevede di aumentare il consumo di vini mixati. Sono invece il 42% quelli che esprimo la voglia di tornare a frequentare i luoghi di consumo fuori casa (ristoranti, wine bar e locali), a testimonianza della necessità di socializzazione che attraversa i più giovani.

Questi dati sono così commentati da Denis Pantini di Nomisma “La ricerca fotografa la situazione, nel periodo dal 17 al 22 aprile 2020, del comportamento di un campione di italiani consumatori di vino. Un dato che balza subito all’attenzione degli operatori è questo: 55% consuma vino quanto prima, il 14-15% ne consuma di più. Inoltre su 10 consumatori, 3 hanno risposto che consumano meno vino di prima. Il motivo – conclude Pantini – è dovuto alla costrizione degli spostamenti nei ristoranti o wine bar e tra questi ci sono i Millennial, mentre i consumatori della Generazione X consuma vino in quantità uguale a prima della quarantena”.