Sono gli stessi limiti imposti dalla legislazione vitivinicola a spegnere sul nascere qualsiasi polemica circa la rivendicazione del vitigno pugliese.
Il Ministro Teresa Bellanova risponde alle perplessità avanzate da Dario Stefàno in merito all’apertura della Regione Sicilia alla coltivazione del Primitivo sul suo territorio. E lo fa con una presa di posizione netta, che se da un lato chiarisce la legislazione vitivinicola in materia di impianti e indicazione dei vitigni in etichetta dall’altro non risparmia una critica al senatore PD.
“La legislazione Europea e i corrispondenti Decreti nazionali, come sa chi li conosce, proteggono i riferimenti territoriali, le cosiddette indicazioni geografiche, ma non creano la protezione giuridica delle varietà né impediscono che quelle uve possano essere coltivate anche altrove” precisa il Ministro Bellanova, che prosegue ribadendo che “in Sicilia come in altre regioni italiane non si può impedire, dopo necessaria sperimentazione, l’impianto di viti Primitivo ma i vini Dop e Igp ottenuti non potranno mai essere etichettati con l’indicazione in etichetta del nome del vitigno Primitivo”.
“Purtroppo – afferma il Ministro a proposito delle dichiarazioni di Stefàno – questa è un’epoca in cui nessuno più studia o semplicemente si documenta ed è ben triste una politica che cavalca qualsiasi cosa pur di guadagnare un po’ di visibilità, ingenerando confusione e peraltro legittimando aspettative di tutti i generi. Eppure anche sul sito del Ministero è possibile reperire tutte le indicazioni necessarie proprio sulle Indicazioni geografiche che rappresentano una eccellenza indiscussa della nostra filiera alimentare e il legame inscindibile tra territori ed eccellenze produttive, soprattutto nel caso del vini e delle oltre 500 cultivar che fanno del nostro Paese un unicum“.