Il sondaggio Firab indica la grave sofferenza di uno dei comparti più dinamici degli ultimi anni, oggi messo a dura prova da una crisi di liquidità senza precedenti.
Per oltre due aziende su tre del settore biologico la possibilità di reggere alla crisi economica sopraggiunta a causa dell’emergenza sanitaria è di massimo tre mesi. È questo il dato saliente dell’analisi voluta e sviluppata dalle tre maggiori organizzazioni del comparto, Aiab, FederBio e Assobiodinamica, a partire da una proposta della FIRAB – Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica – per rilevare l’impatto della pandemia da Covid19 sul biologico.
Dalla rilevazione emerge che il 73% delle aziende bio è stata investita dalla crisi legata alla pandemia. In termini di liquidità, per oltre due aziende su tre, il 65%, la tenuta economica è al massimo di tre mesi. Le difficoltà maggiori sono state incontrate dai produttori legati ai canali di distribuzione che prevedono maggiore mobilità delle persone, come il raggiungimento delle aziende che praticano vendita diretta, o di socializzazione, come l’Horeca e altre forme di ristorazione.
Tra le aziende che hanno stimato di poter resistere ancora un anno, poco meno del 10%, a prescindere dalla classe di fatturato, molte hanno registrato un aumento delle richieste on line e della consegna a domicilio. I dati del sondaggio evidenziano come siano le medio-grandi imprese, a fronte di una capacità tempestiva di riorganizzare il proprio business, ad avere più strumenti per garantire una maggior tenuta. Il 16 % delle aziende si avvale appunto dell’e-commerce.
“Le nostre aziende – dichiarano le associazioni di categoria del biologico – hanno in primo luogo bisogno di ascolto, come testimonia l’ampia adesione a questo sondaggio. Le esigenze dei produttori biologici vanno comprese e servono misure adeguate, se si vuole salvare un comparto fondamentale per una fase 2 ‘green’. Chiediamo dunque che venga snellita la procedura burocratica per garantire la fruizione dei fondi messi a disposizione per l’uscita dall’emergenza economica e sociale. Abbiamo infine una proposta concreta, oltre alla liquidità necessaria subito, che comporta solo un’azione di snellimento burocratico e organizzativo: si renda immediatamente efficace l’erogazione di risorse della PAC e del PSR già a bilancio, che non derivano da prestiti o debiti per Stato o Regioni”.
Il sondaggio è stato somministrato alle realtà del settore a partire dal 25 marzo e per tutta la durata del lockdown. I primi risultati sono relativi alle risposte fornite da quasi 400 produttori biologici italiani alla data del 29 aprile, di cui il 28% di loro commercializza vino.