Secondo il fondatore di Slow Food la rete di filiere locali rappresenta il fulcro attorno al quale programmare il futuro.
Carlo Petrini torna a dire la sua sulla gestione del post Covid-19. E lo fa suggerendo al legislatore una nuova politica di sviluppo che ponga al centro la rete di filiere locali, sintetizzata all’interno dell’appello ‘Ripartiamo dalla Terra’, ad oggi firmato da più di 7.000 persone.
“Il momento delle scelte è adesso” così inizia la lettera scritta da Petrini, che continua “La pandemia che abbiamo attraversato e che stiamo ancora fronteggiando può essere occasione di rinascita, opportunità di ripensare un modello di sviluppo che ci ha trascinati nella gigantesca crisi climatica, o può diventare l’alibi per portare avanti, in nome della ripresa, politiche scellerate, le stesse che negli ultimi 50 anni hanno devastato il pianeta.
Nel settore agroalimentare – continua – le risorse importanti che giustamente il decreto Rilancio mette a disposizione possono prendere due strade diverse. Possono andare a vantaggio di un sistema che ha inquinato il suolo e l’acqua, generato ingiustizie sociali e compromesso la salute dei cittadini, Oppure possono rilanciare soprattutto le filiere locali virtuose, quelle che garantiscono cibo buono e sano, che custodiscono il territorio e lo preservano dal dissesto”.
Per supportare queste realtà Slow Food chiede al Governo di prevedere uno specifico credito di imposta anche per gli imprenditori che acquisteranno prodotti agricoli legati a filiere locali. Sono proprio quest’ultime, conclude Petrini “la parte migliore del Paese, quella che si prende cura dei paesaggi rurali, della biodiversità, della cultura, delle ricchezze artistiche e architettoniche, della salute dell’ambiente e dei cittadini”.