Tre protagonisti del vino italiano inviano il loro messaggio agli Stati Generali dell’Economia, chiedendo un intervento rapido a difesa della produzione nazionale.
In attesa che gli Stati Generali dell’Economia entrino nel vivo, la filiera toscana muove le sue richieste, focalizzate su dazi americani, rilancio dei consumi, sgravio del costo del lavoro e investimenti a sostegno dell’enoturismo e dell’e-commerce. L’occasione per farlo è stata offerta dal recente dibattito online ‘Into a new era’, dedicato agli scenari post Covid per il settore dell’enologia e organizzato da AIS Toscana e Gruppo Editoriale. A prendere la parola tre illustri figure del vino toscano: Lamberto Frescobaldi, Albiera Antinori e Donatella Cinelli Colombini.
“Il vino italiano all’estero è andato molto bene in questi anni – dichiara Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi de’ Frescobaldi – e non vedo impedimenti alla ripresa di tale vivacità. In particolare al Ministro chiediamo di seguire con grande attenzione la questione dei dazi con l’America pronta a imporre nuove limitazioni a prodotti europei ed anche italiani. Un’altra questione essenziale per la competitività è il peso delle imposte. Il mondo della ristorazione, dove i grandi vini hanno il loro principale canale distributivo, è fortemente penalizzato, non solo dalle imposte ma anche dagli alti costi di manodopera. Un alleggerimento di tale carico – conclude Lamberto Frescobaldi – unitamente ad una revisione al ribasso dell’IVA, ora al 22%, contribuirebbe verosimilmente, se resa evidente, a rilanciare i consumi“.
Sull’importanza del mercato americano si è concentrata anche Albiera Antinori, presidente dalla Marchesi Antinori “Concordo con quanto sostiene Lamberto Frescobaldi in merito alle preoccupazioni per possibili dazi americani tuttavia sono positiva e fiduciosa che quel mercato sappia riprendersi velocemente quello sprint che da sempre lo contraddistingue. Chiediamo sostegno – ha aggiunto – ma al contempo anche noi cerchiamo di fare la nostra parte per ripartire, anche con iniziative semplici come la fruibilità delle cantine Ritengo che anche l’e-commerce come modalità di acquisto che in questi tre mesi in Italia si è molto sviluppata, rimarrà un canale di vendita in più, un aiuto, ma non è paragonabile all’emozione di scoprire cosa c’è dietro la produzione di un vino e niente potrà sostituire le visite in cantina“.
A tali considerazioni si aggiungono quelle di Donatella Cinelli Colombini, produttrice e fondatrice del Movimento Turismo del Vino, che focalizza l’attenzione sul turismo del vino in questa nuova era post-Covid19 “Oggi il turismo enogastronomico è la prima motivazione di scelta dei turisti. Inoltre, in considerazione delle difficoltà causate dal Covid-19, abbiamo di fronte l’opportunità di riportare i viaggiatori italiani a scoprire un turismo di prossimità. Pertanto chiediamo al Governo e agli Stati Generali dell’Economia che sia introdotta un serio impegno nella promozione ed una massiccia campagna di comunicazione usando le reti pubbliche per promuovere il mondo del vino e del turismo. Non basta la governance focalizzata sui singoli territori occorre una manovra di comunicazione importante per riattivare il turismo italiano perché mancano all’appello 59 milioni di turisti stranieri. Il turismo del vino – ha concluso– è paragonabile ad un treno in corsa che il Covid ha fermato e che adesso vorrebbe poter tornare ai fasti di un tempo. Nel 2019, le visite in cantina sono state circa 15 milioni per un giro d’affari di 2,65 miliardi di euro“.
Nel corso dell’incontro ha preso la parola anche il Presidente di AIS Toscana, Cristiano Cini “Ora più che mai è importante trasmettere fiducia e continuità, dimostrare di esserci, non mollare. Noi lo abbiamo fatto facendo uscire la rivista Sommelier Toscana nonostante il lockdown e continueremo a farlo, in primis con la conferma di un imperdibile appuntamento, il ventennale dell’Eccellenza di Toscana, a dicembre alla Stazione Leopolda di Firenze”.
Al direttore editoriale del Sommelier Toscana, Antonio Stelli, il compito infine di tracciare un bilancio delle ultime Anteprime Toscane, in particolare del Brunello di Montalcino e del Chianti Classico.