Il Consorzio punta a un equilibrio produttivo per preservare il reddito della Denominazione veneta. Previste deroghe per le aziende biologiche.
La stagione sta proseguendo senza grandi criticità nel Soave e lo stato fitosanitario, nonostante le recenti piogge, non sta creando particolari problemi. Si prospetta quindi una vendemmia positiva, che i produttori hanno deciso di tutelare stabilendo una riduzione delle rese finalizzata a tutelare il valore della Denominazione, scosso dal recente lockdown.
L’assemblea dei soci del Consorzio del Soave ha infatti deliberato di diminuire le rese per la vendemmia 2020, passando da 150 Qli/ettaro a 130 Qli/ettaro (-13%) e da 140 Qli/ettaro a 130 Qli/ettaro (-7%) per la zona Classica e dei Colli Scaligeri. Deroghe a questa decisione verranno date alle aziende che negli ultimi due anni non hanno caricato il Soave oltre il limite previsto senza superi, mentre per le aziende biologiche certificate, il limite rimane a 140 Qli/ettaro, per dare un forte segnale a favore della sostenibilità in vigneto. Decisione in linea con quelle delle più grandi denominazioni italiane, per assicurare da un lato il reddito delle imprese agricole e dall’altro la tenuta del sistema dei prezzi.
“Una scelta condivisa e presa sentendo tutte le parti – dichiara il Presidente del Consorzio Sandro Gini – in un anno che ci ha messo alla prova, la natura non ha smesso di andare avanti e valutato l’andamento dell’annata, abbiamo con responsabilità preso questa decisione per tutelare tutte le aziende del territorio e al contempo non creare tensione sul mercato, se il prodotto nel 2021 non fosse sufficiente a soddisfare le richieste. Un equilibrio produttivo costante quindi nel mirino del Consiglio di amministrazione del Consorzio, dove fondamentale diventa essere reattivi e nello stesso momento valutare anche le prospettive future, in un mercato sempre più competitivo e veloce”.