Il Triveneto prova a definire una strategia comune per tutelare il valore del Pinot Grigio.
Arriva dal Consorzio Vini Venezia la prima risposta al tavolo di concertazione del triveneto annunciato alcuni giorni fa da Albino Armani. L’assemblea dei soci ha infatti deliberato all’unanimità due proposte utili ad affrontare la crisi imposta dall’emergenza sanitaria. Da un lato si è deliberato lo stop all’impianto di nuovi vigneti atti a produrre Venezia Doc Pinot grigio e dall’altro si è deciso bloccare una parte della produzione tramite lo stoccaggio del prodotto Doc.
Più nel dettaglio la sospensione all’iscrizione delle superfici vitate allo schedario viticolo della produzione della Denominazione Venezia Pinot Grigio durerà da questa fino alla prossima campagna viticola (2021-2022). Lo stoccaggio invece vincolerà, fino al 31 luglio 2021, le uve, il mosto e i vini idonei alla rivendicazione della Doc ottenibili dalla vendemmia 2020, eccedenti i 130 Qli/ha fino alla produzione massima consentita di 150. Rimangono escluse dal provvedimento le produzioni oggetto della certificazione biologica. Tali quantitativi stoccati potranno comunque essere riclassificati in ogni momento a vino bianco, vino bianco con indicazione geografica tipica o Pinot Grigio atto al taglio ‘Prosecco’, compatibilmente con il rispettivo disciplinare di produzione e alle misure di gestione dell’offerta messa in atto dal rispettivo Consorzio di Tutela.
Le proposte andranno ora sul tavolo della Regione Veneto per l’ufficializzazione, prevista per la fine di luglio.