Il vino italiano a rischio dazi

di redazione

Aumentano i timori per l’inserimento delle Dop e Igp italiane tra i prodotti colpiti dalla disputa Airbus-Boeing.

Il Made in Italy agroalimentare rischia di finire nella lista dei prodotti europei colpiti dai dazi imposti dall’amministrazione Trump a seguito della disputa Airbus-Boeing. A essere colpiti alcuni dei prodotti simbolo del nostro agroalimentare, come vino, olio e pasta, per un valore complessivo pari ai 2/3 dell’intero export agroalimentare. A renderlo noto la Coldiretti, che segnala l’avvenuta ufficializzazione sul sito del Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) dell’inizio il 26 giugno della procedura pubblica di consultazione per la revisione delle tariffe da applicare e della lista di prodotti europei colpiti da dazi addizionali.

Con la nuova consultazione gli Usa – precisa la Coldiretti – minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy”. A farne le spese sarebbe soprattutto il vino, il cui export vale 1,5 miliardi di euro, circa un terzo dell’intero valore delle esportazioni agroalimentari verso gli USA (4,7 miliardi di euro).

Gli Stati Uniti – continua la Coldiretti – sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti che a differenza dei vini francesi erano scampati alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem sul vino italiano una bottiglia di prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite”.

Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza della difesa di un settore strategico per l’Ue che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo.