I Comuni del Moscato contrari all’ipotesi di ricomprendere il comune di Asti nei confini della Denominazione, che nel frattempo mostra incoraggianti segnali di crescita.
Ad Asti si torna a parlare di allargamento della Denominazione alle zone vocate del suo territorio comunale. A farlo, secondo l’associazione Comuni del Moscato, è stato lo stesso Comune della cittadina piemontese nel corso di una videoconferenza alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Consorzio di tutela e le associazioni di categoria locali.
A tal proposito il consiglio direttivo dell’associazione ha ribadito tutta la sua contrarietà a questa soluzione, richiamando a tal proposito la vasta discussione sviluppatasi in epoca recente e chiusa da una sentenza della Corte di Cassazione. Secondo i Comuni del Moscato infatti “esiste una difesa delle regole, dei giusti principi e dei caratteri storici e colturali che identificano l’attuale territorio di produzione, si tratta di difendere i diritti e il lavoro dei produttori dei cinquantuno Comuni che oggi fanno parte del disciplinare, anche contro una eventuale non voluta estensione di produzione”.
Contemporaneamente il consiglio direttivo ha discusso sui lavori della Commissione Sorì, che sta procedendo con l’esecuzione della mappatura di questi emblematici vigneti e la realizzazione di un marchio collettivo utile a valorizzarli . Sorpresa è stata infine espressa a proposito dei dati di mercato della Denominazione, che si temeva subissero gli effetti del Covid-19. Stando infatti ai contrassegni consegnati al 18 giugno, l’Asti ha registrato una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. In calo invece il Moscato d’Asti, che nello stesso periodo ha ceduto il 6%.