Tante e coraggiose le misure approvate dai produttori veneti per mettere al sicuro la vendemmia 2020 da eventuali surplus di offerta.
Nel corso dell’ultima assemblea dei soci del Consorzio Conegliano Valdobbiadene sono state discusse le misure che il Consiglio di Amministrazione ha proposto per una corretta gestione della prossima vendemmia. Al termine di una partecipata discussione, guidata dal presidente Innocenti Nardi, l’assemblea, ad ampia maggioranza, ha approvato quanto segue:
Riduzione della resa per tutte le tipologie della Denominazione a 120 q.li/ha, oltre al supero di campagna del 20% (totale resa ettaro massimo 144 q.li);
Stoccaggio di 20 q.li/ha per le tipologie base di Glera e Pinots – Chardonnay atti al taglio e di 10 q.li/ha per la tipologia Rive, per le superfici iscritte all’albo regionale delle vigne e per i prodotti certificati biologici;
I vini 2020 atti al taglio (pinots e chardonnay) potranno essere utilizzati per le sole operazioni di taglio con glera o glera con complementari (verdiso, bianchetta, perera) dell’annata 2020 o successive;
Blocco delle rivendicazioni per la campagna vitivinicola 2020/2021 e per le due successive della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg per tutti i produttori che nella campagna 2019/2020 hanno rivendicato la Denominazione. Per coloro invece che si sono avvalsi di rivendicazioni diverse nella scorsa campagna vitivinicola e che confermassero tale scelta per la vendemmia 2020, scatterà il divieto di rivendicare la Docg Conegliano Valdobbiadene per le due campagne successive all’attuale;
L’Immissione al consumo del prodotto ottenuto dalla vendemmia 2021 potrà avvenire a partire dal 1° gennaio 2022, fermo restando quanto previsto dal disciplinare per le tipologie Rive e Rifermentato sui lieviti.
“Le misure che abbiamo presentato ieri sera agli associati sono frutto di un’attenta analisi dell’attuale andamento della Denominazione e dei possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino, soprattutto con riferimento alla Denominazione. Sono misure volte a consolidare il valore della Denominazione ed il suo posizionamento sul mercato, a beneficio dei produttori e di tutto il territorio. Queste scelte vanno valutate con una visione d’insieme della Denominazione e non con riguardo al singolo particolare.” sottolinea Innocente Nardi.