Le più moderne tecnologie diventano lo strumento per individuare gli eventuali illeciti compiuti in rete ai danni delle denominazioni di origine.
Si intensifica l’attività di tutela da parte del Consorzio Valpolicella, grazie a un apposito sistema di intelligence online messo a punto in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento. È quanto prevede il protocollo firmato oggi, tra gli altri, dal Consorzio Valpolicella, dal comando regionale Trentino-Alto Adige, della Guardia di Finanza dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’ateneo trentino.
Grazie a questa sperimentazione il Consorzio si avvarrà dei più moderni sistemi informatici anticontraffazione, come ad esempio la tecnologia blockchain, messi a punto con l’Università trentina, utili a identificare siti web contenenti presunti prodotti falsificati ed eventuali illeciti nell’utilizzo di riferimenti alle denominazioni di origine.
“La firma di questo protocollo – spiega Andrea Sartori, presidente del Consorzio Valpolicella – conclude un percorso che ha caratterizzato il mio mandato, ponendo al centro la tutela delle nostre denominazioni, sempre più copiate e contraffatte. Ringrazio il comando regionale Trentino-Alto Adige della Guardia di Finanza, la provincia autonoma di Trento – continua Sartori – per averci coinvolti in un progetto che per la prima volta dà vita ad un network tra pubbliche amministrazioni e associazioni imprenditoriali, con l’obiettivo di tutelare la reputazione e il valore dei prodotti italiani”.
“La lotta alla criminalità organizzata – prosegue Ivano Maccani, comandante regionale Trentino-Alto Adige della Guardia di Finanza – si può e si deve vincere anche con l’innovazione. Fare squadra con gli attori della società civile e coniugare le strategie investigative con la ricerca scientifica per fare un salto di qualità nella tutela dell’economia legale, nel contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti, al lavoro nero e all’abusivismo commerciale, è il senso del protocollo firmato il 7 luglio 2020 a Trento”.