Una filiera vitivinicola che punta alla qualità e al biologico si sta sviluppando nelle regioni meridionali.
Uno studio di UniCredit rivela il fermento che sta attraversando il settore vitivinicolo del sud Italia, che sta ritagliandosi il suo spazio grazie a un’ampia offerta di vini Dop e Igp sempre più apprezzati all’estero. Leader nella produzione di vini da tavola, il meridione vede nella Puglia la sua regione trainante, specialmente per quanto riguarda il biologico.
Presentata nel corso del Forum delle economie digitali, la ricerca dell’istituto bancario rivela un tessuto composto da oltre 7.700 aziende vitivinicole, che da sole producono il 24% del vino prodotto in Italia. Un territorio, quello di Puglia, Campania, Calabria e Basilicata, che nel 2019 produceva circa la metà dei vini da tavola nazionali. Confermata anche la crescita al meridione dei vini di qualità, che, con le 65 Dop e le 27 Igp presenti, coprono oggi il 10% della produzione nazionale, per un controvalore di circa 500 milioni di euro. È la Puglia, in particolare, a puntare decisa sulla qualità, classificandosi al secondo posto in Italia per produzione di vini certificati (32 vini Dop e 6 Igp), dietro solo alla Toscana, e per superficie agricola biologica (23% del totale Italia) dietro alla Sicilia. Un ruolo trainante per la crescita del comparto vitivinicolo del Sud è rappresentato dalle esportazioni, cresciute di circa il 60% negli ultimi 5 anni, a fronte di un incremento medio italiano del 26%. Un settore questo che mostra ampi margini di sviluppo, in considerazione del fatto che l’industria vitivinicola del Sud contribuisce solo per il 3,5% dell’export nazionale.
“La crescita registrata dalle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche del nostro Mezzogiorno d’Italia – ha sottolineato Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc – attribuisce ai Consorzi di Tutela un ruolo determinante per la promozione della cultura del vino e del territorio. È evidente che mai come in questo momento di estrema difficoltà il mondo consortile costituisca un fondamentale punto di riferimento e svolga un‘azione necessaria nel panorama delle Denominazioni, in grado di promuovere al meglio le nostre eccellenze vitivinicole, di proteggerle dalle numerose insidie che arrivano da più parti e di creare un fronte comune indispensabile per disegnare le strategie del prossimo futuro”.
Riguardo al compito delle iniziative e manifestazioni volte a promuovere il settore vitivinicolo italiano, Maurizio Teti, direttore Vitigno Italia, afferma che “L’emergenza Covid sta determinando nuovi scenari anche per chi, come noi, organizza eventi legati all’enogastronomia di qualità, al punto di portarci a rivedere in parte anche quello che è il nostro ruolo. Che non può più essere semplicemente quello di fornitori di un determinato format e di servizi che si esauriscono nello spazio temporale dell’evento stesso ma che ci impone un lavoro a 360 gradi che ci veda impegnati durante l’arco dell’intero anno in un’assistenza continuativa nei confronti delle aziende. Con temi come sostenibilità e internazionalizzazione che più che mai diventano dei must da perseguire con estrema cura e professionalità”.