Il ricorso dell’Associazione Agricoltori di Trieste mette a rischio l’iter di approvazione della nuova tipologia, che ha già fatto il pieno di ordinativi sul mercato.
L’iter di approvazione del Prosecco Rosè conosce uno stop tanto inatteso quanto clamoroso. L’Associazione Agricoltori di Trieste, guidata da Franc Fabec e Edi Bukavec, ha infatti deciso di depositare un ricorso presso il Ministero delle Politiche Agricole, motivandolo con il fatto che il Prosecco non rappresenta l’area ‘Carso-Kras’ e che le modifiche ai disciplinari non siano state formalizzate in lingua slovena, come prevede la norma sulla tutela delle minoranze.
Così, mentre le aziende già pregustavano l’interesse del mercato, il Consorzio si è trovato investito di una spinosa questione, che ha costretto i suoi vertici a un’attenta opera di mediazione, per ricomporre una querelle che rischia di intaccare i piani di sviluppo futuri della Denominazione. Al centro della questione il mancato sviluppo del territorio carsico, stretto tra rigorose normative ambientali e una conformazione del terreno che mal si addice alla creazione di nuovi impianti.
L’associazione contesta infatti il mancato rinnovo del protocollo, scaduto nel 2016, che avrebbe dovuto garantire i necessari aiuti allo sviluppo della zona. “Chiediamo solo – affermano dall’Associazione Agricoltori – di poter lavorare, il costone del Carso ha troppi vincoli paesaggistici e ambientali che ostacolano le attività agricole. In questi anni noi siamo riusciti a piantare solo una quindicina di ettari di vigneti, mentre in Friuli hanno 5mila ettari di Prosecco; eppure senza il nome del nostro borgo (Prosecco) non avrebbero fatto niente. È doveroso un riequilibrio. Servono aiuti ed il protocollo che doveva garantirli è scaduto nel 2016. Speriamo in una soluzione, non vorremmo essere costretti ad andare avanti con il ricorso”
A margine dell’incontro con i rappresentanti dell’Associazione Agricoltori di Trieste, Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco ha affermato “La nostra risposta è stata quella secondo cui, da un lato, offriamo un endorsement di tipo politico alle loro rivendicazioni, dall’altro, abbiamo proposto un pacchetto di azioni che aiuti a valorizzare le tipicità che caratterizzano quel territorio. Sono certo che entro breve la questione potrà essere ricomposta”.