La Sardegna si stringe a difesa del Cannonau

di redazione

I recenti sviluppi normativi rischiano di aprire le porte a un uso del nome del vitigno anche fuori dai confini dell’isola mediterranea, a tutto danno dell’economia locale. 

Il Cannonau rappresenta per la Sardegna una bandiera – spiega Mariano Murru, responsabile di produzione, ricerca e sviluppo della Cantina Argiolas – un elemento fortemente distintivo tale da non poter parlare delle tradizioni e della cultura della Sardegna senza includere il Cannonau e viceversa; è uno degli elementi identitari, un simbolo della nostra Isola”. Un legame profondo, messo però a rischio dall’eliminazione dal nuovo regolamento comunitario, e dalle relative norme nazionali di adeguamento, dell’espressione ‘La protezione si applica al nome intero, compresi i suoi elementi costitutivi, purché siano di per sé distintivi. Non sono protetti gli elementi non distintivi o generici di una Dop o di una Igp’, che nell’interpretazione offerta dal Mipaaf non garantirebbe al Cannonau la tanto ambita protezione.

Così facendo “Cannonau di Sardegna, Nuragus di Cagliari, Nasco di Cagliari, Giro di Cagliari; Sardegna Semidano non saranno più blindate – continua Murru -, ma i vitigni che ne fanno parte potranno essere utilizzati in altri territori e nelle indicazioni in etichetta dei vini prodotti in questi territori al di fuori della nostra Isola. Tra questi vitigni più esposti ci sarà sicuramente il Cannonau, diffuso e commercializzato in altre regioni con altri sinonimi e che gode di grande interesse da parte di altri consorzi di tutela e dei produttori non sardi, per la maggiore notorietà e quindi appetibilità commerciale rispetto ai sinonimi equivalenti”.