La pandemia tiene lontani i turisti e spinge verso il basso il fatturato delle migliaia di strutture agrituristiche sparse sul territorio nazionale.
Partendo da un recente sondaggio di Federalberghi, il Centro Studi di Confagricoltura evidenzia le difficoltà vissute dal comparto turistico nel mese di giugno, dove i pernottamenti, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono diminuiti di circa l’80% (-93,2% estero, -67,2% Italia). Crollo che ha coinvolto anche gli agriturismi, che, nonostante una proposta in linea con gli obblighi di distanziamento sociale, sono più legati ai flussi internazionali (58% del totale pernottamenti contro il 50% degli alberghi).
Una situazione questa che dovrebbe perdurare nei mesi a venire, con un calo stimato compreso tra l’80% e il 65%, che potrebbe anche peggiorare nel caso si verificasse la temuta “seconda ondata” di contagi. Secondo il Centro Studi a fine 2020 il fatturato dell’agriturismo, comprensivo di servizi di alloggio e ristorazione, dovrebbe attestarsi poco sotto i 600 milioni di euro (597 milioni), che sono pari a meno di un terzo (29%) del fatturato del 2019. Si tratterebbe dunque di un calo su base annua pari al 71%, che corrisponde a una riduzione di fatturato di poco inferiore a 1,5 miliardi di euro (1.460 milioni). Se confermato, questo dato sarebbe superiore del 62% rispetto ai 900 milioni di euro stimati da Ismea, su dati Istat, il 5 maggio scorso.
La consolidata tendenza alla crescita dell’agriturismo, insieme a condizioni di accoglienza oggettivamente favorevoli alla prevenzione dal contagio da Coronavirus, pone il settore in condizioni favorevoli per un più sollecito ritorno alla condizione espansiva precedente il 2020. Prevedibilmente, se la pandemia non tornasse a manifestarsi con notevole intensità, l’agriturismo potrà segnare un consistente recupero nel 2021 e riprendere pienamente lo sviluppo nel 2022.