Nel tentativo di creare un’identità regionale alla sua produzione agricola, la regione guidata da Massimiliano Fedriga offre alle aziende un marchio distintivo da apporre sui propri prodotti.
‘Io sono Friuli-Venezia Giulia’ è il nuovo marchio realizzato dalla Regione e dall’agenzia Agrifood Fvg, pensato sia per le aziende agroalimentari sia per quelle che rivendono e utilizzano prodotti alimentari friulani, quali ristoranti, agriturismi, spacci, rivenditori e supermercati. Il marchio, che non concerne criteri di qualità, bensì rappresenta un brand collettivo che contraddistingue un processo virtuoso e integrato di valorizzazione del territorio, intende essere un valore aggiunto per i prodotti regionali sui mercati nazionali ed internazionali.
Per ottenerlo bisognerà corrispondere a criteri ambientali, economici e sociali, che dimostrino prima di tutto l’utilizzo delle risorse del territorio, attraverso garanzie sulla tracciabilità delle materie prime impiegate. Alle aziende è inoltre richiesto un miglioramento del loro livello di sostenibilità entro 3 anni, pena la sospensione dell’uso del marchio. Nello stesso sarà inoltre presente un QR-code che, attraverso la fotocamera del cellulare, darà al consumatore informazioni trasparenti sull’origine dei prodotti e sul loro produttore in tempo reale.
Da un punto di vista grafico, nell’immagine compaiono i profili dei monti e del mare, poggiati su un tricolore, indice e garanzia della nazionalità. Due le varianti previste: quella dorata, che premierà le aziende, i distributori e ristoratori che dimostreranno di approvvigionarsi presso imprese marchiate “Io Sono Friuli Venezia Giulia”, e quella blu, che sarà riconosciuta ai beni di consumo prodotti con ingredienti del Friuli-Venezia Giulia.
“L’idea del marchio – come ha spiegato il governatore Massimiliano Fedriga – trae origine dalla volontà dell’Amministrazione di supportare attivamente tutte le imprese che ruotano attorno al settore agricolo e alimentare, specie alla luce del difficile contesto socioeconomico determinato dall’emergenza Covid, le quali decidano di adottare pratiche virtuose di sostenibilità ambientale e di garantire la tracciabilità delle materie prime”.