Con la ristorazione alle prese con una complicata ripartenza, i consumi di vino in Italia sono ancora legati a GDO ed e-commerce.
La chiusura dell’Horeca conseguente alla pandemia ha determinato un deciso spostamento degli acquisti di vino verso la GDO e l’e-commerce, cresciuti nel primo semestre del 2020 rispettivamente del 9% e 102% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A sottolinearlo è uno studio di Nomisma Wine Monitor, che basandosi su dati Nielsen, evidenzia come tale trend sia continuato anche nel periodo post lock-down.
Ovviamente, alla luce dei diversi volumi movimentati da questi due canali, si tratta di crescite dal diverso peso relativo, ben espresso dal rapporto a valori nelle vendite di vino tra e-commerce e GDO, pari a 1:16. È però indubbio lo sviluppo del canale on-line, specialmente quello degli operatori del largo consumo (147%) rispetto agli specializzati (+95%), che comunque continuano a movimentare l’83% del valore complessivo dell’e-commerce nazionale.
“L’accelerazione impressa dalla pandemia nello sviluppo dell’online per le vendite di vino è innegabile. Anche nei prossimi mesi si assisterà a un consolidamento di tale canale, obbligando così i produttori a una maggior attenzione verso le nuove modalità di vendita. È alla luce di tale evoluzione del mercato che abbiamo avviato la collaborazione con Nielsen, al fine di realizzare congiuntamente nuovi strumenti di monitoraggio e analisi dei trend di consumo a supporto della filiera vinicola italiana ”, dichiara Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor.
Sul fronte invece della Distribuzione a Libero Servizio, compresi discount, è interessante segnalare come le vendite di vino siano cresciute anche dopo il lockdown. Secondo i dati Nielsen le vendite intercorse nelle otto settimane di lock-down (9 marzo – 3 maggio) sono aumentate del 6,7% a valori e del 9,7% a volumi, con un calo dunque del prezzo medio di quasi il 3%. Nelle otto settimane successive (4 maggio – 28 giugno), le vendite sono cresciute del 16,2% a valori e del 12,9% a volumi, mostrando all’opposto un aumento nei prezzi medi del 3%.
Focalizzando l’attenzione alle otto settimane del lock-down, la preferenza degli italiani si è rivolta principalmente verso i vini fermi e frizzanti (+12,5% in valore rispetto allo stesso periodo 2019), con i rossi capaci di segnare un confortante +14,9%. Al contrario, il valore degli acquisti di spumanti e champagne si è ridotto del 19%, complice anche una Pasqua festeggiata all’interno della ristretta cerchia di conviventi tra le stesse mura domestiche.
Nelle otto settimane successive, il trend delle vendite è risultato invece positivo per entrambe le categorie: mentre le vendite di vini fermi e frizzanti sono cresciute di un altro 13,9%, quelle di spumanti e champagne hanno messo a segno un +27,5%, guidati dagli charmat secchi (+32,4%).
“L’e-commerce si sta affermando come uno dei canali più prospettici per molte categorie di prodotti del Largo Consumo. Il vino è senza dubbio una di queste. Le sue vendite online mostrano un trend di crescita esponenziale che – con la pandemia da Covid-19 – si è consolidato ancora di più. Misurare la frammentazione delle vendite tra GDO online e pure player online richiede nuove tecniche e metriche di misurazione. Nielsen è felice e orgogliosa di avviare questa collaborazione con Nomisma per offrire un monitoraggio estensivo sia a livello di vendite che abitudini di consumo, in logica omnicanale”, dichiara Stefano Cini, consumer intelligence and eCommerce leader di Nielsen Connect Italia.