Post-Covid19, la Sicilia resiliente punta su qualità ed export

di Giambattista Marchetto

Il Consorzio Doc Sicilia vede un trend limitatamente positivo, ma le aziende confermano un impatto significativo della crisi. L’export fa ben sperare

I dati raccolti ci parlano di una Sicilia del vino che ad oggi regge l’onda d’urto causata dall’epidemia di Covid19”. Il presidente del Consorzio Doc Sicilia Antonio Rallo evidenzia così un trend limitatamente positivo per l’isola.

Nel primo quadrimestre 2020 la Doc Sicilia ha infatti registrato un calo dell’imbottigliato dell’11% rispetto al 2019. Sul semestre il Nero d’Avola segna un -12% e il Grillo un -18% (fonte OdC). “Tutto questo in un contesto che ha visto il vino italiano perdere dal 35 al 40% del volume al mese a causa del lockdown – rimarca Rallo – La resilienza della Doc Sicilia, che tutto sommato è presente nella gdo non più di tante altre denominazioni, pensiamo possa spiegarsi grazie al grande lavoro di investimento sul brand Sicilia”.

antonio rallo presidente doc siciliaDopo la ripartenza i consumi saranno ancora abbastanza contenuti. “Il turismo nel suo complesso dal momento della riapertura delle strutture avrà bisogno di molto più tempo per ritornare ad essere un’attività economicamente sostenibile – chiosa il presidente Il vino nel suo complesso si trova in una situazione migliore. Alcuni canali distributivi sono rimasti attivi, pensiamo soprattutto alla grande distribuzione”.

Lo sguardo sul futuro è tutto sommato fiducioso. “Oggi la Doc Sicilia conta più di 460 aziende che imbottigliano, quasi 25mila ettari, più di 8.354 aziende viticole. È una realtà importante che sta affrontando con reattività i danni della crisi – conclude Rallo – Una realtà di questo tipo saprà risollevarsi soprattutto creando sinergie e coesione. Riteniamo però che senza aiuti concreti e senza un piano di interventi massiccio per i settori della ristorazione e del turismo sia difficile ripartire. Un asset fondamentale su cui puntare nel 2021 sarà l’export, che da anni rappresenta una grande opportunità su cui continuiamo a investire”.

Girelli (Santa Tresa e Cortese): vinceranno il valore e il digitale
Per imprenditori del mondo del vino come noi, che hanno scelto di affidarsi esclusivamente al canale Horeca e ai negozi specializzati, il contraccolpo è stato di grosse dimensioni – afferma Stefano Girelli, produttore bio con le aziende agricole Santa Tresa e Cortese, entrambe situate a Vittoria – Nei primi 5 mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rileviamo un calo di fatturato pari al 30% in Italia, con punte dell’80% nei mesi di marzo e aprile”.

stefano girelliPer reazione, le due realtà sicule stanno riscoprendo i negozi di quartiere. “Credo che i consumi ripartiranno lentamente e si orienteranno verso prodotti selezionati – aggiunge Girelli – Se la produzione di vini biologici ha favorito le nostre vendite nei Paesi del Nord Europa credo che ora possano tradursi in un vantaggio commerciale anche nel resto del mondo. Abbiamo imparato ad essere più sensibili su temi come la sostenibilità e l’ambiente o almeno me lo auguro”.

Girelli ha riorientato velocemente sull’online le attività promozionali e di comunicazione. “Stiamo continuando questo tipo di attività nei Paesi dove non possiamo ancora recarci – spiega – ma speriamo di poter riprendere al più presto le visite ai nostri clienti. Crediamo molto negli incontri ed è fondamentale poter raccontare in prima persona i nostri prodotti e il patrimonio culturale ed enogastronomico della nostra regione”.

Sul futuro, dal 2021 in avanti, Girelli non prevede una passeggiata. “Sarà fondamentale sfruttare le opportunità che il web ci offre sia in termini di B2C ma anche di B2B – afferma – Il lockdown ha facilitato un contatto diretto tra il consumatore e le aziende, ma le piattaforme e-shop forse ci consentiranno di snellire il nostro approccio con il mercato e diverranno un efficace sistema di lavoro a servizio anche dei nostri agenti e clienti”.

Gulfi e il futuro “radioso” marchiato dal territorio
Secondo quanto riferisce Matteo Catania dell’azienda Gulfi, l’impatto del Covid è stato leggero, ma “l’onda lunga è stata devastante e sicuramente peggio di una bomba”.

matteo cataniaGli investimenti fatti sui mercati esteri negli ultimi due anni – in particolare USA e Canada – oltre alla comunicazione focalizzata sulla promozione di un territorio e non un vitigno hanno permesso di realizzare i primi tre mese da record per Gulfi, superando il +100% sull’estero rispetto al 2019. “In Italia invece abbiamo fin da subito avuto un arresto brusco, fino ad arrivare anche a -80% mese su mese – dice Catania – Oggi registriamo una flessione totale del 40% anno su anno”.

La prospettiva a breve paga lo scotto di uno scenario nuovo, quasi irrepetibile. “Dobbiamo ricordarci che l’unica certezza è il cambiamento – dichiara l’imprenditore – Per questo Gulfi lavora su concetti semplici ma potenti, a vendere un territorio. Il prossimo obiettivo è arrivare a creare la seconda Docg di Sicilia, la Pachino Docg, con vini profondi, freschi, estremamente complessi, brutalmente emozionanti”.

Questa mentalità ha portato Gulfi a mantenere tutti i programmi di imbottigliamento per essere pronti alla ripartenza. Secondo Catania infatti il 2021 “sarà radioso, ma solo per chi ha avuto la forza di rimanere in piedi e la capacità di leggere il proprio territorio in relazione al mercato

tenute gulfi

Assuli lavora (con focus sul bio) per adattarsi ai cambiamenti
Oltre a un iniziale e duraturo congelamento dei mercati attivi, seguito da una parziale ripresa su alcune aree, in Assuli – l’azienda della famiglia Caruso tra Mazzara del Vallo e Trapani – hanno sofferto l’impossibilità di sviluppare nuovi mercati potenziali. “Ad oggi il decremento rispetto allo stesso periodo del 2019 è intorno al 70% e difficilmente sarà possibile assorbire tale perdita nei mesi futuri – riferisce il presidente Roberto CarusoPrevediamo una ripresa graduale, ma per il 2020 siamo coscienti di dovere sopportare una riduzione di fatturato. Non ovunque, ma ci aspettiamo che l’ultima parte del 2020 vedrà alcune zone del mondo nuovamente attive commercialmente”.

Guardando al 2021, Caruso vede uno sblocco della situazione globale e “un ritorno veloce ad una ‘nuova normalità’, che non sarà un limite per il nostro settore, ma ci spingerà ad adattarci alle necessità e modalità di consumo”. E aggiunge: “oggi sfruttiamo questa situazione di stasi per comprendere come adattarci ai cambiamenti. Assuli perseguirà la filosofia ‘ad impatto zero’ e la valorizzazione dei vitigni autoctoni, cavalcando la rivoluzione della digital transformation”. Il nuovo e-shop è il primo passo operativo.

Lentsch (Tenuta di Castellaro) non vede la “normalità” dietro l’angolo
Già proprietario dell’azienda vitivinicola Tenuta di Castellaro sull’isola di Lipari, Massimo Lentsch ha voluto intraprendere un’altra avventura su un suolo vulcanico sfidando l’Etna, per dar vita ad una produzione vinicola di nicchia. In questo contesto l’impatto della crisi Covid è stato pesante si in termini di vendite, in Italia e all’estero, sia per le mancate entrate legate a ospitalità, visite guidate e degustazioni, vendita diretta in cantina. “Speriamo che l’effetto negativo dell’emergenza cessi al più presto perché ad ora il danno è stimabile in una perdita di circa il 40% – rimarca l’imprenditore bergamasco – L’aggravante è che non possiamo adottare procedure di cassa integrazione perché le vigne non si preoccupano del Covid-19 chiedendo sempre grande cura”.

Nell’incertezza, Lentsch non fa previsioni sul 2020 eppure teme che gli effetti si faranno sentire fino a fine anno. Per il 2021 “guardo al futuro con grande ottimismo e voglia di fare, ma temo che prima della normalità passerà ancora molto tempo”, dice.

tenuta siciliana lenstch

Carranco punta su e-commerce, bio e vulcanico
La ripartenza post-Covid coincide con il periodo durante il quale lo scorso anno la Tenuta Carranco stava iniziando il lancio del progetto e anche per questo “fortunatamente l’impatto della crisi per noi non è stato così brusco e duro, perché siamo un’azienda nuova”, fa rilevare l’ad Andrea Farinetti.

Per il produttore, le prospettive del medio periodo sono buone ma non buonissime. “Sono buone se pensiamo al “mercato Italia”, dove ormai il settore dell’horeca è ripartito in modo importante – rimarca – Per quanto riguarda invece il andrea farinetti direttore carrancomercato estero, che avevamo appena iniziato ad approcciare l’anno scorso aprendo il Giappone, Svezia e Canada, quest’anno ci fa un po’ più paura. Con una prospettiva nuova, abbiamo comunque buone sensazioni anche su quei paesi ‘più difficili’ come gli Stati Uniti”.

Il 2021 si porterà dietro uno strascico non sanitario, ma di crisi socioeconomica per buona parte del mondo. “Questo vorrà dire probabilmente meno consumi – conclude l’imprenditore – portando quindi le persone a pensare di eliminare il superfluo. Quindi quello che noi dobbiamo fare per il 2021 è lavorare sul non essere superfluo”. Carranco punta dunque sul vulcano, sulla conversione bio e sull’e-commerce.

Ottimismo già nel breve per Tenuta Zisola
A fine giugno il mercato interno – che è quello che ha sofferto maggiormente – registrava una perdita di fatturato di circa il 50% per Tenuta Zisola, a poca distanza da Noto, parte del gruppo Marchesi Mazzei. “Le cose stanno pian piano ripartendo e filippo mazzei l’estero ha tenuto un po’ di più quindi ci aspettiamo dei segnali positivi in questo secondo semestre in modo da chiudere l’anno con un -20%”, riferisce il CEO Filippo Mazzei.

Al momento le prospettive sono ottime nel senso che se non ci fosse stata l’emergenza Covid il 2020 sarebbe stato un anno positivo – stupisce però Mazzei – In queste ultime settimane tutti i mercati, esclusi gli USA, stanno dando buoni segnali di ripresa. La ripartenza seppur lenta dell’horeca in Italia ci sta aiutando e per l’estero, dove i nostri mercati di riferimento sono Svizzera, Svezia, Austria, UK e Canada, la perdita è stata più contenuta. La Sicilia continua a riscuotere un grande interesse da parte dei wine lovers”. Il ceo si dichiara dunque ottimista per il 2021, a fronte dell’interesse nei confronti della viticoltura siciliana, anche se “è cresciuta la competizione e anche la pressione sui prezzi è in aumento, quindi occorre spiccare per capacità aziendale e per identità del prodotto”.

@gbmarchetto

tenuta zisola famiglia mazzei sicilia

Consigliati