Grazie a un accordo tra tutti gli attori, uno dei vitigni simbolo della regione sarà l’unica versione varietale ammessa dal disciplinare di produzione.
Vino che unisce idealmente le due anime della regione, il Pignoletto diventerà dal 2021 l’unica tipologia prevista nella Doc Emilia-Romagna. Un passaggio fondamentale nel suo percorso di crescita, possibile solo grazie all’unità di intenti tra il Consorzio Pignoletto, la Regione e il Mipaaf.
Alla base di questa decisione la volontà condivisa di proteggere e valorizzare al meglio questo simbolo dell’enologia regionale, secondo solo al Lambrusco in quanto a diffusione, grazie ai 14 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. Da un lato l’associazione a un riferimento geografico aprirà infatti le porte della protezione comunitaria dall’altro consentirà una comunicazione più efficace in quanto capace di legare il vino al suo territorio di produzione.
“Con il voto assembleare di oggi si definisce un percorso intrapreso da tempo con gli Enti preposti, che legittima e riconosce il vino che unisce l’Emilia alla Romagna, mantenendo inalterato il territorio, come oggi, a tutela dei suoi produttori” commenta Carlo Piccinini, presidente del Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna.
Con questa modifica si perfeziona la piramide qualitativa del Pignoletto, che all’apice avrà la Docg Colli Bolognesi Pignoletto, prodotta in territorio collinare molto ristretto, seguita dalla Doc Emilia-Romagna (che prende così il posto della Doc Pignoletto). “Il territorio di produzione ed imbottigliamento rimarrà lo stesso, ma in questo modo riusciremo a comunicare ancora meglio la differenza dei territori tra Docg e Doc, mantenendo ed evidenziando le caratteristiche di ciascuna realtà̀, in modo da valorizzare i pregi dell’una e dell’altra” commenta Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il Pignoletto, ossia Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna e Consorzio Vini Colli Bolognesi.
“Siamo contenti che la sinergia tra il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna ed il Consorzio Vini Colli Bolognesi abbia portato il Pignoletto ad essere la seconda denominazione dell’Emilia-Romagna – aggiunge Ivan Bortot, Vicepresidente del Consorzio. – Dobbiamo ora continuare a lavorare perché a tutti i viticoltori sia riconosciuta la redditività del lavoro che svolgono, dando la stessa dignità a produttori di collina e di pianura”.
“Il Pignoletto merita questo riconoscimento, il nome della regione a lui dedicato – conclude Marco Nannetti, Vicepresidente del Consorzio – È un’operazione che guarda al futuro, che riconosce alla Docg l’eccellenza produttiva e alla Doc Emilia-Romagna il compito di aprire nuovi mercati. Ringraziamo l’assessorato agricoltura regionale ed il Ministero per l’impegno e per la disponibilità a mettere in gioco il nome della Regione per il vino Pignoletto. L’entusiasmo dovrà essere pari alla serietà che tutti gli attori del progetto dovranno mettere per far sì che questo prodotto meriti i palcoscenici più̀ importanti dell’enologia internazionale”.