Federvini: Vendite di vino in calo del 29% nel 2020

di redazione

Con la ristorazione pronta a riprendersi il suo spazio, a preoccupare è il crollo del turismo internazionale, prima vittima di un’eventuale nuovo giro di vite sugli spostamenti.

Con il Covid-19 che ancora deve dispiegare appieno i suoi negativi effetti sull’economia, Federvini stima le ripercussioni della pandemia sul settore wine&spirit. Ne emerge un quadro preoccupante, con il vino in bottiglia che si prepara a chiudere l’anno in corso con una perdita a valore del 29% su base annua.

L’analisi ha evidenziato un complessivo andamento a ‘V’ delle vendite nel corso dell’anno, con un picco negativo (-90%) registrato ad aprile e una successiva ripresa fino al -6% di dicembre. Riguardo al tanto temuto crollo nella ristorazione, l’analisi offre motivi di speranza, specialmente per i locali di fascia medio alta, per i quali si stima un calo del 26%. A soffrire di più (-30%) saranno quelli abitualmente dedicati al pranzo, penalizzati dalla diffusione dello smart working, specialmente nelle grandi città. Continua invece a preoccupare la drastica contrazione delle vendite ai turisti stranieri, che segnano un pesante -63%. Secondo Federvini questa è tra le voci che potrà subire nei prossimi mesi le variazioni più significative, in meglio o in peggio, a causa dell’evoluzione globale della pandemia e delle eventuali restrizioni negli spostamenti.

Gli impatti sul settore sono molto rilevanti – ha dichiarato Sandro Boscaini, Presidente di Federvini – Le imprese sono già in difficoltà per la carenza generale di liquidità, per la pesantezza degli stock e vanno supportate con azioni puntuali ed energiche: la detassazione degli utili realizzati grazie all’export potrebbe ridare un po’ di ossigeno e al circolante e agli investimenti. Inoltre – continua Boscaini – sono indispensabili azioni mirate a sostenere il settore attraverso una campagna di promozione in grande stile, dedicata alle nostre eccellenze che sono trainanti per l’export agro-alimentare, in modo da presidiare la distribuzione all’estero faticosamente acquisita negli anni ed incentivare una capillare presenza italiana nel mondo. Il nostro comparto sta andando verso un progressivo assottigliamento di tutti gli incrementi di vendita all’estero, registrati negli ultimi cinque anni”.