Consumi lockdown: giù lo Champagne si salvano gli spumanti italiani

di redazione

Secondo Giampiero Comolli la permanenza forzata tra le mura domestiche ha spinto gli italiani verso le bollicine tricolori prodotte con uve autoctone.

Continuano le analisi a posteriori degli effetti prodotti dalla pandemia sul vino italiano, stretto tra le incertezze sul futuro prossimo e una vendemmia ormai prossima che si annuncia di qualità. Stando alla lettura di Giampietro Comolli, analista dell’osservatorio Ovse-Ceves, il tempo trascorso in casa ha spinto gli italiani a diminuire il consumo di vini rossi importati e di Champagne a favore di un buon calice di spumante italiano, vero compagno enoico del lockdown.

In quella particolare fase Conegliano Valdobbiadene e i vini bianchi d’annata fermi hanno conquistato un numero crescente di consumatori, alla pari degli spumanti italiani prodotti con uve autoctone, specialmente quelli dal costo inferiore ai 10 euro a bottiglia.

Nel valutare i consumi enoici nel primo semestre 2020, Giampietro Comolli afferma che “I numeri del consumo dei vini spumanti in Italia e i canali di consumo durante il periodo Covid e primo semestre 2020 analizzati da Ovse indicano che restare a casa, con più tempo libero, più voglia di cucinare, più tempo sui social e web ha incentivato i calici di bollicine. Il consumo domestico – continua – ha sostituito, in gran parte, quello degli aperitivi e delle cene fuori casa. Il dato negativo dettato dalla chiusura totale Covid più importante e significativo, sia in volumi sia in valore, viene – conclude Comolli – dal blocco delle spedizioni e dei trasporti, anche via aereo, verso l’estero”.