Monferace: un etichetta che racconta il Grignolino

di redazione

Il vino simbolo del Monferrato protagonista a Vignale nella seconda domenica di Golosaria.

Nel corso di Golosaria Monferrato il Grignolino è stato protagonista del concorso ‘Monferace – tra packaging e territorio’, voluto da Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi e Monferace, associazione impegnata nella valorizzazione dello storico vitigno piemontese. Nato con l’intento di coniugare promozione e sostenibilità, il premio ha visto la partecipazione di 58 giovani designer, chiamati a individuare il logo o l’elemento pittorico da apporre sulle scatole di Monferace, il Grignolino prodotto dall’omonima associazione.

La medaglia d’oro, e un assegno di 3.000 euro, se l’è aggiudicata a Gabriele Toselli, autore secondo la giuria di “un logo dal forte impatto simbolico. Un concept a elevata capacità di sintesi capace di comunicare gli articolati contenuti del prodotto attraverso un’immagine riconoscibile e di immediata comprensione”. Secondo posto invece per gli infernot sintetizzati nell’opera di Filippo Oppimitti. Chiude il podio l’opera di Anna Battistin.

Il packaging – spiega il dg di Comieco, Carlo Montalbettial di là della sua funzione primaria di protezione, può raccontare molto del prodotto che contiene, di cosa rappresenta e di come è concepito. Il pack di cartone, oltre ad essere un materiale completamente riciclabile, può essere anche uno strumento di comunicazione grazie al quale veicolare i messaggi di sostenibilità, attenzione e valorizzazione del territorio”. Dal canto suo Paolo Massobrio afferma che “Il vino del Monferrato ha sposato la bellezza, già evidente dai suoi paesaggi, dai castelli, dalla sua storia Questa iniziativa è una dichiarazione programmatica per il Monferrato: non si vende soltanto vino, ma anche emozioni. È ciò che si chiama terroir”. A fargli eco Guido Carlo Alleva, presidente dell’associazione, per cui “Monferace identifica fortemente la relazione magica tra territorio e vitigno. Il vino che ne nasce, quindi, è l’espressione di questa magia e contiene in sé tutto il bello di questa antica terra. E che il bello si traduca in un segno, quasi un ideogramma che lo esprime e lo caratterizza ci è parso un passaggio assolutamente naturale