Toscana rurale 2030: la nuova sfida delle Indicazioni Geografiche

di redazione

Le produzioni agroalimentari toscane puntano decise verso gli obiettivi comunitari di sostenibilità e crescita green.

Si chiama Toscana rurale 2030 la nuova sfida lanciata dai Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche toscane per affrontare la fase di transizione prevista dalle strategie europee Biodiversity e Farm to Fork. È quanto annunciato a Siena, nel corso dell’inaugurazione di BuyFood, dal direttore generale della Fondazione Qualivita Mauro Rosati.

Sicuramente il patrimonio delle indicazione geografiche potrà aiutare questa transizione che rispetto agli anni novanta avrà come ricadute una Toscana diffusa, integrata, ecosistemica, redditiva, bio-strutturata e bio-diversificata – ha detto Mauro Rosati – In questo quadro i Consorzi di tutela delle IG toscane devono diventare veri e propri organi di governance, attraverso la crescita professionale e una idonea regolamentazione che permetta loro di pianificare lo sviluppo sostenibile e attuare azioni efficaci per accompagnare il cambiamento delle imprese associate e di tutto il sistema produttivo di qualità”.

In Toscana il valore dell’export agroalimentare Dop e Igp è di 63 milioni di euro; tra i paesi importatori spiccano USA (48%), Germania (24%), UK (9%), Canada (5%) e Giappone (3%). La provincia a maggior valore è Siena , con 504,4 milioni di euro, seguita da Firenze (222,2) e Grosseto (105). Seguono Arezzo, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Massa-Carrara. Chiude Lucca con 6,7 mln di euro di valore.