Distanziamento sociale e un’appetitosa offerta enogastronomica hanno spinto gli italiani lungo le strade e i borghi della loro regione.
Durante la scorsa estate due italiani su tre (66%) hanno visitato i piccoli borghi circostanti le loro città, scoprendo così prodotti e tradizioni meno conosciuti, lontani dal sovraffollamento che ha invece segnato tante spiagge e località balneari. È quanto afferma un’analisi Coldiretti presentata in occasione della giornata mondiale del turismo, tra i settori più coinvolti dalla crisi pandemica globale.
Pur in presenza di dati complessivamente negativi, è innegabile che le limitazioni ai viaggi e la paura suscitata dal virus hanno favorito il turismo di prossimità, scelto da un italiano su quattro (25%). A beneficiarne sono stati soprattutto i prodotti enogastronomici, con un italiano su due (49%) rientrato a casa portando con sé specialità tipiche quali formaggi, salumi, vino ed EVO. A garantire, invece, l’ospitalità in questi piccoli centri spesso dell’entroterra è una rete composta da 24mila strutture agrituristiche, 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. Forti della loro consueta offerta, quest’anno gli agriturismi si sono fatti preferire anche per il tanto agognato distanziamento sociale. Non a caso Coldiretti stima che a settembre siano state circa 900mila le presenze registrate nelle strutture agrituristiche.
“La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.