Il Recovery Fund a sostegno dell’agricoltura sostenibile e innovativa

di redazione

Dal palco del Sana di Bologna la CIA chiede al governo di impegnare parte dei fondi destinati alla ripresa nello sviluppo delle più moderne tecnologie utili al raggiungimento degli obiettivi green fissati dalla Comunità Europea.

Utilizzare una parte delle risorse previste dal Recovery Fund per la trasformazione digitale degli agricoltori italiani e lo sviluppo delle tecnologie di biocontrollo, consentendo al settore primario di centrare gli obiettivi di sostenibilità e innovazione fissati dal Green Deal europeo. È questa la richiesta lanciata dalla CIA nel corso del convegno “Il valore delle tecnologie digitali e del biocontrollo”, tenutosi nei giorni scorsi al Sana di Bologna.

Secondo l’associazione guidata da Dino Scanavino il mondo agricolo vuole essere protagonista nella sfida della transizione verde, ma questo significa fornire alle imprese gli strumenti necessari per produrre in maniera competitiva, contrastare i cambiamenti climatici, difendere l’ambiente e rispondere alle richieste dei consumatori.

Sebbene in crescita, oggi l’utilizzo nei campi di apparecchiature come computer, smartphone e tablet si limita a un poco confortante 33%. E’ quindi chiaro, precisa la CIA, che per far fronte alle sfide green al 2030 si debba investire seriamente sullo sviluppo estensivo dell’agricoltura digitale in Italia, con l’obiettivo di rendere sempre più resilienti i produttori nazionali, avendo a disposizione tecnologie di ultima generazione per migliorare le rese e la sostenibilità delle coltivazioni, razionalizzare le risorse, ridurre tempi e costi, raccogliere e analizzare dati sul processo produttivo, ottimizzare l’efficienza della catena distributiva e tracciare le filiere. Per rispondere ai requisiti fissati dall’Ue sulla riduzione del 50% in 10 anni dell’uso e del rischio complessivo dei fitosanitari, è inoltre fondamentale diffondere nelle aree agricole del Paese le tecnologie di biocontrollo, in quanto soluzioni di origine naturale. Si tratta di una categoria di prodotti che comprende microrganismi (funghi, batteri, lieviti), macrorganismi (insetti, acari, nematodi), feromoni, sostanze naturali (estratti, minerali e coadiuvanti) che attualmente valgono circa l’8% del mercato dei mezzi tecnici per la protezione delle piante da organismi nocivi e malattie.

È necessario investire sul progresso scientifico e tecnologico -ha detto Scanavino – costruendo con il governo un Recovery Plan italiano in cui ci sia spazio adeguato e fondi dedicati sia alla crescita dell’agricoltura 4.0 che al consolidamento e trasferimento delle nuove tecniche di biocontrollo alle aziende del settore”.