I mercati premiano la Barbera d’Asti, che scommette sul territorio per continuare a crescere

di redazione

A Filippo Mobrici il compito di delineare i tratti essenziali della vendemmia 2020 tra le colline del Monferrato, dove la fiducia per l’andamento delle vendite fa i conti con il rischio di un nuovo lockdown.

Nel Monferrato la vendemmia ha regalato uve sane e di buona qualità, requisito indispensabile per dispiegare appieno quell’opera di valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze che il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato ha intrapreso sotto la guida di Filippo Mobrici. Riguardo alle conseguenze della pandemia, il presidente si è dichiarato soddisfatto della risposta dei mercati, pur rilevando i rischi connessi ad un nuovo lockdown, che minerebbe gli effetti dell’intensa attività promozionale voluta dall’ente di Costigliole d’Asti.

Il presidente Filippo Mobrici evidenzia il buon momento della denominazione astigiana, capace di confermare le buone performance del 2019 in epoca Covid.

Presidente, come è andata la vendemmia nell’anno del Covid?
Molto bene. Questa annata ci ha sorpreso in modo decisamente positivo, superando le aspettative già buone delle nostre previsioni. Un’annata non abbondante, ma certamente caratterizzata da un altissimo profilo qualitativo.

Quale è stato l’andamento climatico del 2020?
La primavera molto piovosa ha dato qualche difficoltà ai viticoltori, che hanno dovuto fare i conti con l’insorgenza di alcune patologie come la peronospora. Ma la stabilizzazione del tempo e un settembre eccellente hanno permesso alle uve di crescere sane, scongiurando ogni rischio. Non abbiamo praticamente avuto problemi di marcescenze in vigna e anche le grandinate, per fortuna, non hanno compromesso il nostro territorio.

Il periodo della vendemmia è stato in linea con gli altri anni?
Se guardiamo agli ultimi decenni potremmo considerarlo leggermente anticipato. Ma comparando la vendemmia 2020 con quelle degli ultimi cinque anni, possiamo invece dire di essere in linea. Questo ci induce a riflettere anche sul cambiamento climatico, al modo in cui esso incide sui ritmi delle colture.

Quanta uva destinata a Denominazione è stata raccolta?
Per quello che riguarda il nostro comparto di riferimento, la vendemmia 2020 ha registrato un incremento minimo del raccolto rispetto all’anno precedente, pari a circa il 6%.

Punteggio (da 1 a 10) della vendemmia appena conclusa?
Non esagero se dico 7,5 o addirittura 8.

Spostando l’attenzione dalla vigna alla cantina, a quanto ammontavano le giacenze di vino alla vigilia della vendemmia?
Il nostro mondo, quello dei vini del Monferrato, non ha accusato problemi di giacenze, anzi. Per rispondere con un numero dico che, rispetto al mese di settembre 2019, siamo sotto di circa 10 mila ettolitri. Questo è certamente un segnale eloquente, che dimostra come il nostro comparto abbia tenuto bene nonostante alcuni ingiustificati allarmismi sollevati durante l’estate.

Quale è stato l’impatto finanziario della crisi?
Le nostre denominazioni hanno tenuto e il comparto del vino ha ricominciato a vedere la luce anche con la ripartenza dei canali Horeca ed eventuali chiusure rappresenterebbero un danno ingente. Ma saranno probabilmente le prossime decisioni politiche a essere determinanti, per quanto riguarda il tessuto economico e finanziario. Dobbiamo certamente essere prudenti e osservare le regole di sicurezza, ma è doveroso sottolineare come nuove restrizioni radicali potrebbero questa volta incidere in modo irreversibile.

Come Consorzio quali misure avete adottato per affrontare la crisi?
Il Consorzio ha fronteggiato questi mesi di difficoltà senza abdicare ai propri obiettivi. Abbiamo garantito alle aziende le attività di analisi e di tutela, abbiamo fatto sentire in modo chiaro la nostra voce quando si temeva il peggio in materia di speculazioni.

Quali sono le vostre proiezioni nel medio termine?
Il futuro è un’incognita per tutti e qualunque proiezione è impossibile. Quello che possiamo dire, è che continueremo a guardare avanti con prudente ottimismo, consapevoli che il nostro comparto, che racchiude storia e vocazione di un territorio come il Monferrato, possa avere il futuro che merita.

Quali progetti nel futuro delle Denominazioni?
Non abbiamo mai smesso di comunicare i nostri vini e il nostro territorio: promuovendo iniziative in presenza come la Douja d’Or, per dare un segnale di ripartenza e speranza; oppure coinvolgendo giornalisti e comunicatori nazionali a visitare le nostre colline e ad assaggiare le nostre denominazioni, espressioni di aziende e agricoltori che non si sono mai fermati.

 

@gbmarchetto

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