Il presidente del Consorzio Piccinini conferma il buon andamento in vigna, anche se ammette che il 2020 è stato un anno duro per le cantine.
In attesa delle importanti modifiche al disciplinare che renderanno il Pignoletto l’unica tipologia della Doc Emilia-Romagna, il presidente del Consorzio Pignoletto Carlo Piccinini racconta una vendemmia da 8 per i 2.450 ettari vitati della denominazione. Dalle sue parole emerge soddisfazione per la qualità delle uve raccolte, anche se in cantina rimane aperta la questione delle giacenze e della esigua marginalità offerta dalla GDO rispetto al canale Horeca. E la consapevolezza che i 14 milioni di bottiglie di Pignoletto distribuite potrebbero fare meglio.
Presidente Piccinini, come è andata la vendemmia nell’anno del Covid?
Complessivamente possiamo considerarla una buona vendemmia, con un ottimo prodotto.
Quale è stato l’andamento climatico del 2020?
Fortunatamente la maggior parte dei territori è stata risparmiata da eventi climatici avversi e non sono stati registrati gravi danni per grandine. Il prodotto è arrivato alla vendemmia relativamente sano, a parte casi isolati. Si è comunque riscontrato un grado di maturazione relativamente disomogeneo, con casi di sovra maturazione dettati probabilmente dalle settimane siccitose che hanno preceduto la vendemmia stessa.
Il periodo della vendemmia è stato in linea con gli altri anni?
Il periodo di raccolta è stato regolare, si è riusciti a partire la prima settimana di settembre, dunque senza troppo anticipo rispetto alle passate vendemmie.
Quanta uva destinata a Denominazione è stata raccolta?
È ancora presto per avere stime precise, ma possiamo già prevedere un lieve incremento, da collocare tra il 5 e il 10% rispetto all’anno passato, quando ci eravamo attestati attorno ai 13mila quintali.
Punteggio (da 1 a 10) della vendemmia appena conclusa?
A livello di quantità possiamo dare 8 su 10; dal punto di vista qualitativo ogni valutazione è prematura.
Spostando l’attenzione dalla vigna alla cantina, a quanto ammontavano le giacenze di vino alla vigilia della vendemmia?
Ci sono ancora modeste giacenze, l’anno è stato indubbiamente difficile
Quale è stato l’impatto finanziario della crisi?
Sulla DOC abbiamo registrato un impatto modesto: questo grazie ad un aumento delle vendite in GDO in termini di volume, non affiancato tuttavia anche da incrementi in termini di valore. La marginalità sul canale GDO è stata infatti più bassa rispetto al 2019 ma ha dato la possibilità alle cantine di smaltire le giacenze quanto più possibile in previsione della nuova vendemmia.
Come Consorzio quali misure avete adottato per affrontare la crisi?
Il Consorzio ha lasciato ampio margine alle cantine che, complessivamente e in linea con l’andamento nazionale, non hanno premiato particolarmente le misure proposte dal Governo.
Quali sono le vostre proiezioni nel medio termine?
È difficile fare proiezioni di qualsiasi tipo oggi: vogliamo comunque essere fiduciosi e confidare che l’aumento dei consumi di Pignoletto possa fare da volano anche alla valorizzazione del prodotto.
Quali progetti nel futuro della Denominazione?
Ci stiamo preparando all’evoluzione verso la DOC Emilia-Romagna di cui il Pignoletto sarà unica tipologia: un grande passo nel riconoscere in questo prodotto uno dei vini più rappresentativi della nostra regione.