Confagricoltura invoca nuove policies comunitarie e nazionali utili a salvaguardare il potenziale produttivo e la biodiversità nazionale.
La Confagricoltura manifesta tutta la sua preoccupazione per la perdita del 20% di SAU – Superficie Agricola Utile verificatasi in Italia negli ultimi trenta anni, che, unita all’atteso calo di produzione agricola globale, mette a rischio la capacità di approvvigionamento alimentare emersa in occasione della pandemia.
Secondo Giovanna Parmigiani, membro della Giunta nazionale Confagricoltura, degrado del suolo, erosione e cambiamenti climatici rischiano di ridurre, infatti, i raccolti globali del 10% entro il 2050. “Con il 21% della superficie a rischio di desertificazione, di cui il 41% al Sud, l’Italia è lo Stato che in Europa risente di più dei cambiamenti climatici” afferma Parmigiani.
Secondo la rappresentante di Confagricoltura, è necessario capire che la filiera agro-alimentare è uno dei pilastri della bioeconomia, di cui genera oltre la metà del valore produttivo e occupazionale, oltre a favorire biodiversità, cura del territorio e trasmissione dell’identità culturale “Il suolo – continua Parmigiani – è una risorsa preziosa di fatto non rinnovabile. Meno superfici dedicate all’agricoltura si traducono in meno fertilità dei terreni, in meno cibo; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale in aumento che richiede, al contrario, maggiori derrate alimentari. Necessità messa ulteriormente in evidenza dall’emergenza che stiamo attraversando con il bisogno di garantire sempre più il nostro autoapprovvigionamento dei prodotti agricoli”.