Per il direttore Quaggio la vendemmia 2020 ha le caratteristiche per essere ricordata come un’annata dall’elevata qualità.
Soffre chi ha concentrato l’attenzione sull’horeca, meno chi vive sulla gdo. E con la riduzione delle rese nella vendemmia 2020 si attende un riequilibrio. Il direttore del Consorzio Vini Venezia Stefano Quaggio traccia un quadro in chiaroscuro (ma non pessimista) per la denominazione. Anche nei vigneti che corrono dalla pedemontana veneta fino alle isole della laguna veneziana, infatti, la raccolta delle uve ha portato sensazioni positive per gli oltre 2mila produttori del Consorzio, realtà nata nel 2011 per tutelare tre Doc (Venezia, Lison-Pramaggiore e Piave) e due Docg (Lison e Malanotte del Piave).
Direttore, come è andata la vendemmia nell’anno del Covid?
Come previsto la vendemmia 2020 sembra avere tutte le caratteristiche per essere ricordata come un’annata dall’elevata qualità. L’andamento stagionale, infatti, si è dimostrato ideale ed è stato caratterizzato, soprattutto nell’ultimo periodo, da escursioni termiche favorevoli per la produzione dei precursori aromatici delle varietà tipiche di questo territorio.
Sebbene la produzione sia inferiore per via della scarsa fertilità gemmaria, la qualità prevista sarà di gran lunga maggiore. Per quanto riguarda le varietà autoctone del nostro territorio, ad oggi il Raboso, destinato alla produzione del Malanotte Docg, sta proseguendo egregiamente la maturazione, mentre il Tocai destinato alla produzione del Lison Docg è in fase di raccolta.
Quale è stato l’andamento climatico del 2020?
I dati a nostra disposizione indicano assenza di malattie in tutti gli areali del Lison Pramaggiore e del Piave. Laddove c’è stata invece pressione sui vigneti da parte dei vari patogeni, fungini tra tutti, gli interventi agronomici quali potature invernali, cimature e defogliazioni nel periodo vegetativo, hanno permesso di limitare gli interventi fitosanitari. Complessivamente si può dunque parlare di un andamento positivo della vendemmia.
Il periodo della vendemmia è stato in linea con gli altri anni?
Per quanto riguarda l’epoca di raccolta possiamo dire che all’inizio della primavera si presumeva che sarebbe stata anticipata di almeno 15 giorni rispetto al 2019, soprattutto per le varietà precoci. In realtà con l’andamento stagionale del mese di giugno e luglio siamo arrivati ad una sorta di pareggio o al massimo per alcuni areali vi è stato un anticipo di 5/6 giorni rispetto all’anno precedente.
Quanta uva destinata a Denominazione è stata raccolta?
Per alcune varietà, tra le quali il Pinot Grigio, abbiamo notato una riduzione della resa del 10% rispetto al 2019. Da sottolineare però che, riguardo al dato dell’imbottigliamento complessivo delle cinque denominazioni, si è registrato nei primi otto mesi dell’anno un complessivo +2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (60.921 hl del 2019 contro i 62.156 hl del 2020). Ancora più positivi i numeri della denominazione Venezia Doc che complessivamente ha registrato, nello stesso periodo, un +14,9 % di imbottigliato rispetto al 2019 (46.545 hl del 2019 contro i 53.466 hl del 2020). Bene anche la tipologia Pinot Grigio Venezia Doc, cresciuta del 42,5% (25.721 hl del 2019 contro i 36.654 hl del 2020).
Punteggio (da 1 a 10) della vendemmia appena conclusa?
La vendemmia merita a mio avviso un voto pari all’8 per i bianchi e superiore per i rossi. In quest’ultimo caso le gradazioni sono ottime, grazie a queste ultime settimane calde e soleggiate.
Spostando l’attenzione dalla vigna alla cantina, a quanto ammontavano le giacenze di vino alla vigilia della vendemmia?
Ogni situazione è diversa. Aziende presenti nella Gdo hanno in carico meno prodotto avanzato rispetto ad aziende presenti solo nel horeca. La riduzione del prodotto raccolto evidenziata in queste settimane soprattutto in varietà come il Venezia Doc Pinot Grigio fanno però ben sperare per un bilanciamento della situazione generale.
Quale è stato l’impatto finanziario della crisi?
Rilevante per le aziende che fanno del canale horeca la principale via di commercializzazione.
Come Consorzio quali misure avete adottato per affrontare la crisi?
Il 19 giugno scorso l’assemblea dei soci ha deliberato all’unanimità due proposte tecniche inerenti il Venezia Doc Pinot Grigio, volte ad affrontare in modo concreto la crisi causata dall’emergenza sanitaria: lo stop all’impianto di nuovi vigneti grigio e l’immediato stoccaggio di una parte della produzione. Queste misure nascono da un’attenta analisi svolta sull’andamento della denominazione. La pandemia ha infatti avuto ripercussioni importanti sull’intera filiera vitivinicola del trevigiano e del veneziano, al punto da rendere necessaria l’adozione di provvedimenti utili a mantenere l’equilibrio di mercato.”
Lo stoccaggio vincolerà, fino alla data del 31 luglio 2021, tutte le produzioni di uve, mosto e vini idonee alla rivendicazione ottenibili dalla vendemmia 2020, che eccedono i 130 quintali ad ettaro. Una scelta questa da interpretarsi anche come la volontà di lavorare in sinergia con altre denominazioni del territorio. La sospensione temporanea all’iscrizione delle superfici vitate allo schedario viticolo della produzione dei vini DOC Venezia Pinot Grigio rimarrà in vigore dalla campagna viticola 2020/2021 fino a quella 2021/2022.
Quali sono le vostre proiezioni nel medio termine?
Il 2021 anno sarà un anno di transizione. Il nostro obiettivo sarà quello di lavorare affinché il 2022 sia un anno di rilancio per tutte le realtà del territorio.
Quali progetti nel futuro della Denominazione?
La nostra volontà è quella di aumentare la presenza fieristica del Consorzio nelle manifestazioni di maggior rilievo internazionale, promuovendo in particolare il Pinot Grigio e i vitigni autoctoni del nostro territorio.