Nelle 24.000 strutture sparse per tutta Italia è sempre più forte l’impatto del turismo di prossimità, asset fondamentale per il rilancio futuro.
‘L’agriturismo non si ferma!’ è stato il titolo della giornata di lavoro tenutasi nel corso di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale, tenutasi in formato digitale il 19 novembre alla quale hanno partecipato oltre 450 aziende agrituristiche. Nel corso dell’evento Rete Rurale Nazionale ha presentato un’indagine condotta su un ampio campione di agriturismi nazionali, per verificare le effettive conseguenze del Covid-19 sul settore. È emerso così che, rispetto al 2019, il 91% delle imprese ha subito cancellazioni, il 68% una riduzione delle richieste dei servizi offerti e oltre la metà ha poi registrato una calo della vendita dei prodotti. Cresce invece la domanda di prossimità proveniente da clienti entro i 150km, che segna un +22% nella domanda di prodotti e +30% nelle prenotazioni. Trend positivo anche per gli acquisti di prodotti (+18%) e le prenotazioni (+21%) dei turisti che già conoscevano l’agriturismo.
“Una giornata ricca di spunti quella che abbiamo organizzato con la partecipazione viva delle principali istituzioni e associazioni di categoria – spiega l’amministratore unico di Arezzo Fiere, Sandra Bianchi – rilanciando al 2021 la possibilità di continuare l’attività che da 19 anni AgrieTour svolge per il settore, ovvero formazione, ma anche incontro tra domanda e offerta”.
Un settore questo che, stando all’Istat (dati 2019) le aziende agrituristiche sono 24.576 (+4,1% rispetto al 2018), distribuite su 4.958 comuni italiani (62,6%). Nello stesso anno il valore corrente della produzione agrituristica è stato di poco superiore a 1,5 miliardi di euro, in aumento del 3,3% rispetto al 2018 e del 37% rispetto al 2007. Per quanto riguarda le presenze, gli arrivi nel 2019 hanno superato i 3,7 milioni (+0,4 milioni rispetto al 2018), dei quali 1,9 di nazionalità italiana. Il 72% degli agrituristi ha scelto le strutture del Centro e del Nord-est e, in particolare, della Toscana (23%) e della provincia autonoma di Bolzano (16%).