Il Nobile di Montepulciano “riscopre” il mercato Italia

di Giambattista Marchetto

Il presidente del Consorzio Rossi conferma l’impatto della contrazione nell’horeca e degli scambi internazionali. Il rilancio punta su qualità e territorio.

Nel cuore della prima Docg italiana la vendemmia del prugnolo gentile è ormai conclusa, aprendo la strada ad un primo bilancio complessivo dell’annata, segnata dalla grande crisi sanitaria legata al Covid-19. A parlare è Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Nobile di Montepulciano, che dopo aver valutato positivamente la campagna vendemmiale e l’uva raccolta guarda al futuro. Messo a dura prova dalla contrazione del mercato Horeca e degli scambi internazionali, il vino poliziano prova a rilanciarsi sul mercato interno, puntando su qualità e territorio.

Presidente Rossi, come è andata la vendemmia nell’anno del Covid?
Ragionando in termini di andamento climatico, maturazioni e raccolto, si può parlare di una eccellente vendemmia per quanto riguarda il Vino Nobile di Montepulciano. In linea con quanto già normalmente fatto a Montepulciano, la vendemmia in epoca di Covid ha visto tante aziende puntare ancora di più sulla selezione: ‘meno quantità, maggiore qualità’ in un periodo in cui fare previsioni è davvero complicato per tutti.

Il periodo della vendemmia è stato in linea con gli altri anni?
In linea di massima abbiamo avuto un anticipo nella raccolta del Sangiovese rispetto al 2019 compreso tra i 6 e i 10 giorni.

Quanta uva destinata a Denominazione è stata raccolta?
Rispetto all’anno passato, quando avevamo raccolto circa 9.000 tonnellate di uve destinate a Nobile di Montepulciano Docg, abbiamo avuto una riduzione di uva di circa il 10% che, tradotto in vino prodotto, dovrebbe portare a un calo approssimativo del 20%.

Quale è stato l’andamento climatico del 2020?
L’andamento meteo è stato tale da favorire talvolta attacchi di peronospora a giugno e di oidio a luglio, ma nel complesso la pressione delle comuni avversità della vite è da considerarsi nella norma. In luglio si sono verificati alcuni brevi temporali; uno di essi è stato accompagnato da grandine che ha colpito alcune aree poliziane procurando fortunatamente un danno, sia quantitativo che qualitativo, limitato. Nel complesso quindi anche le avversità climatiche sono nella media.

Punteggio (da 1 a 10) della vendemmia appena conclusa?
A Montepulciano ragioniamo in stelle, da 1 a 5. Possiamo sicuramente dire, alla luce del raccolto, che siamo tra il 4 e il 5, un 8 quindi sicuramente.

Spostando l’attenzione dalla vigna alla cantina, a quanto ammontavano le giacenze di vino alla vigilia della vendemmia?
Ci stiamo lavorando, sicuramente lo scenario internazionale non aiuta il mercato in questa fase, considerando che il Vino Nobile di Montepulciano per l’80% è destinato all’estero. Tuttavia eravamo abbastanza avanti in passato con le giacenze e questo ha sicuramente inciso in positivo in questa particolare situazione.

Quale è stato l’impatto finanziario della crisi?
È ancora presto per fare una stima realistica; certo che da marzo l’export è quasi bloccato e le nuove situazioni a livello europeo e americano non aiutano a sperare in positivo. Come Consorzio ci stiamo comunque preparando con una promozione parallela che guardi di più al mercato interno.

Come Consorzio quali misure avete adottato per affrontare la crisi?
Al momento l’unica misura sottoscritta e proposta ai soci è quella del pegno rotativo con un accordo che abbiamo stretto con la Banca MPS. Per il resto non sono state prese in considerazione le altre possibilità di crisi proposte dal Governo centrale.

Quali sono le vostre proiezioni nel medio termine?
Nella speranza che si possa tornare a vendere liberamente il vino in tutto il mondo, stiamo pensando a misure che potrebbero in qualche modo non incidere sull’andamento economico della denominazione, a partire dai prezzi dello sfuso che tendiamo a mantenere ai livelli soliti. Stiamo valutando delle azioni possibili da fare all’interno della denominazione, con una regia che parte dalla base sociale.

 

Quali progetti nel futuro della Denominazione?
Stiamo riprendendo in mano l’OCM, per direzionarla in maniera diversa da come era stata prevista. Abbiamo, inoltre, già intrapreso un percorso di promozione interna, con la collaborazione delle istituzioni del territorio, al fine di proporre Montepulciano nel suo insieme turistico.
È del 2020 un altro importante passaggio per la Denominazione, con la modifica del disciplinare che prevede l’obbligo di inserire la dicitura “Toscana” in etichetta. Questo dovrebbe aiutare ancor più il consumatore a fare meno confusione con l’omonimia ‘Montepulciano’, che da anni ci vede impegnati nel dialogo con il Montepulciano d’Abruzzo. Abbiamo anche rafforzato il metodo di controllo delle partite di Vino Nobile sfuso per migliorare ancor più la qualità del prodotto in uscita.
Oltre a questo, sempre nell’ottica di miglioramento della percezione della Denominazione, siamo impegnati in un confronto, con esperti e produttori, che dovrebbe portare alla realizzazione di una zonazione delle aree pedoclimatiche all’interno della Denominazione. Questo potrà caratterizzare ancor più il Nobile di Montepulciano e i loro produttori.

 

gbmarchetto

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