Tra mucche depresse e Grana Padano a rischio Covid, negli ultimi mesi si sono intensificate le notizie infondate sul patrimonio enogastronomico nazionale.
Il pericoloso fenomeno delle fake news non ha risparmiato il comparto wine&food italiano, che nel corso degli ultimi mesi ha registrato un’impennata di notizie prive di fondamento veicolate principalmente attraverso i social network. Questo l’esito di una ricerca condotta dalla Klaus Davi & Co in collaborazione con Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, dalla quale è emerso un preoccupante aumento del 33% di false informazioni. Tra i prodotti più colpiti troviamo la pasta (+37%), i formaggi (+33%), i dolci (+31%), l’olio (+26%), i vini (+23%) e il pane (+18%). La ricerca individua tra le donne le principali responsabili della diffusione di fake news, che con il loro 65% battono di gran lunga gli uomini, fermi al 35%. Inoltre, anche i teenager, particolarmente attivi sui social, si sono rivelati pericolosi conduttori di notizie false.
Tra le tante falsità diffuse in rete, l’agenzia ne ha segnalate alcune particolarmente fantasiose:
‘Le vacche non hanno accesso al pascolo e quindi sono depresse’: il riferimento è agli animali che producono il latte necessario alla produzione del Parmigiano Reggiano e riguardo al quale il Consorzio ha già provveduto a dimostrare non solo il rispetto della normativa, ma anche l’ottimale stato di salute degli animali.
‘La mozzarella di bufala ha un alto contenuto di colesterolo’: in realtà i valori di colesterolo contenuti da questa specialità campana, ricca di proprietà nutritive e vitamine, sono molto più bassi di quelli tipici dei formaggi francesi e di gran parte di quelli italiani.
‘Poiché contiene glutine è sconsigliato mangiare il Caprino Veronese’: la falsità di tale asserzione è dimostrata da uno studio del DISMA – Dipartimento di Scienze Molecolari Agroalimentari dell’Università di Milano, che ha indicato la categoria dei formaggi tradizionali, cui il caprino veronese appartiene, come idonea ai celiaci.
‘Il Pecorino Romano contiene lattosio’: al contrario questo formaggio può vantarsi di essere naturalmente privo di lattosio, in conseguenza del tipico processo di lavorazione con il quale si ottiene. Per questa sua peculiarità può essere consumato in tutta sicurezza dalle persone che soffrono di intolleranza al lattosio.
‘Mangiare Grana Padano può essere rischioso poiché potrebbe essere contaminato da Covid-19’: le condizioni biologiche di stagionatura di questa eccellenza, come di ogni altro prodotto stagionato, inattivano invece ogni virus.