Il Covid spinge in alto le vendite di vino in Gdo

di redazione

Etichette di fascia medio alta e spumanti incrementano le vendite durante il lockdown. Conferme anche dal biologico, che continua la sua crescita a doppia cifra.

Tra i tanti effetti prodotti dalla pandemia e dal conseguente lockdown abbiamo più volte indicato la crescita delle vendite di vino nella Gdo, capace di sottrarsi alle limitazioni sofferte invece da Horeca ed esportazioni. A conferma di tutto ciò arriva la ricerca presentata dall’Iri nel corso di wine2wine, secondo cui esse sono aumentate nel 2020 del 6,9% a valore e del 5,3% a volume rispetto all’anno precedente, trainate dalle buone performance di spumanti e vini Doc nonché dalla progressione dei vini da tavola.

Nel dettaglio la ricerca mostra una crescita del 13,6% dei vini ricompresi tra i 7 e i 10 euro e dell’8,7% di quelli tra i 5 e i 7 euro. Bene anche gli spumanti, che nonostante il crollo delle vendite registrato nel mese di aprile, sono aumentati del 10,4%, Dal canto loro i vini biologici, tuttora una nicchia nella Gdo, confermano la crescita realizzata nel 2019: +12,5% a volume.

L’analisi evidenzia l’esistenza di una correlazione tra andamento delle vendite e pandemia. Dopo il primo incremento stimolato dalle misure restrittive della scorsa primavera e una successiva stabilizzazione nei mesi estivi, le vendite di vino in Gdo hanno ripreso a correre in coincidenza della seconda ondata: +2,8% in ottobre e +6,7% nelle prime due settimane di novembre.

La ricerca rileva infine la decisa crescita delle vendite di vino on-line (+122%) e quelle avvenute nei grocery di piccole dimensioni (+200%).Cosa rimarrà in futuro di questi cambiamenti? – si è chiesto Virgilio Romano, Business Insight Director di Iri – In estate abbiamo registrato un ritorno dei consumatori alle consuete abitudini di acquisto. Ma il 2021 non potrà essere uguale al 2020. Certamente non potrà toccare gli stessi picchi di vendita, ma vedrà anche tanti consumatori fidelizzati agli acquisti da casa e agli acquisti on line come pure alle piccole superfici di vendita ‘di prossimità’. Bisognerà saper decodificare i diversi segnali trasmessi dagli shopper”.