La presidente del Consorzio Daniela Pinna conferma il recupero estivo sul primo lockdown e annuncia una rafforzata attenzione all’export.
Vendemmia da massimo dei voti sulle coste settentrionali della Sardegna. In Gallura, terra d’elezione del Vermentino, la presidente del Consorzio di tutela dell’unica Docg isolana Daniela Pinna conferma la soddisfazione per una raccolta che cresce e che si assesta su una qualità ottima, utile a rilanciare un mercato ripiombato nella sofferenza a causa della nuova ondata pandemica. E al momento non son stati necessari interventi specifici anticrisi.
Presidente Pinna, come è andata la vendemmia nell’anno del Covid?
In Gallura molto bene, sembra che la natura si sia ripresa i suoi spazi. Da un punto di vista climatico è stato un anno regolare, con conseguente ottima impollinazione. L’estate calda con serate fresche ha dal canto suo permesso una corretta evoluzione degli aromi. Siamo soddisfatti.
Il periodo della vendemmia è stato in linea con gli altri anni?
Il periodo di raccolta è stato regolare, in genere le vendemmie del Vermentino in Gallura si svolgono dalla prima settimana di settembre alla prima settimana di ottobre, mese peraltro dedicato alla raccolta delle uve di Vermentino destinate alla tipologia vendemmia tardiva.
Quanta uva destinata a Denominazione è stata raccolta?
I dati della vendemmia attuale non sono ancora disponibili. Si prevede comunque un incremento di circa il 30% rispetto alla scorsa campagna vendemmiale, quando i quintali di uva destinati alla Denominazione furono poco più di 49mila.
Quale è stato l’andamento climatico del 2020?
Alcune zone sono state colpite da sporadici attacchi di oidio durante l’allegagione, il che ha determinato grappoli un po’ meno fitti. Per il resto nella maggior parte dell’area di produzione lo stato delle uve era sano e privo di malattie.
Punteggio (da 1 a 10) della vendemmia appena conclusa?
Credo questa vendemmia si meriti un bel 10.
Spostando l’attenzione dalla vigna alla cantina, a quanto ammontavano le giacenze di vino alla vigilia della vendemmia?
Fortunatamente dalla riapertura delle attività nel mese di giugno fino a tutto il mese di ottobre le vendite sono andate molto bene per tutti. La spinta alle vendite offerta dai flussi turistici di luglio e agosto ci ha inoltre consentito di non ricorrere né alla vendemmia verde né alla distillazione di crisi. Naturalmente le perdite accumulate nei tre mesi di chiusura totale delle attività di ristorazione, si sono fatte però sentire su tutti i produttori.
Quale è stato l’impatto finanziario della crisi?
L’impatto della crisi sarà naturalmente a medio-lungo termine, come in tutto il mondo. La chiusura delle attività si ripercuoterà anche su cantine e attività connesse e di conseguenza anche sul Pil nazionale. Un dato preoccupante se si pensa che il 25% del Pil italiano è generato da piccole e medie imprese insite nel settore agroalimentare e in quello della trasformazione e ristorazione. Ciò che mi sento di aggiungere è che mentre il comparto aveva retto con grande forza di volontà durante e dopo il primo lockdown, questa seconda fase sarà più difficile da superare.
Come Consorzio quali misure avete adottato per affrontare la crisi?
Come accennato, nei mesi scorsi i produttori della Gallura avevano detto no alla distillazione di crisi e alla Vendemmia verde. Riguardo al pegno rotativo crediamo potrebbe essere un valido aiuto, ma non la panacea di tutti i mali.
Quali sono le vostre proiezioni nel medio termine?
Ci stiamo sicuramente concentrando sull’export. Per quanto riguarda il mercato italiano ci auguriamo che le vendite del periodo natalizio, attraverso l’e-commerce e altri canali, aiutino tutte le cantine ad andare avanti, in attesa della ripresa dell’Horeca.
Quali progetti nel futuro della Denominazione?
Crediamo fortemente che investire nella promozione del Vermentino di Gallura Docg su diversi canali sarà molto utile nel prossimo futuro, soprattutto alla ripresa dell’attività, che immaginiamo avverrà la prossima primavera. Seminare oggi per raccogliere domani, e resistere come sanno fare bene gli agricoltori.