A Natale e Capodanno tengono i consumi globali degli spumanti italiani, quando si prevedono 1,6 miliardi di brindisi a base di bollicine tricolori.
Le privazioni imposte dalla pandemia non sembrano arrestare la voglia di brindare in occasione delle festività natalizie. A sostenerlo sono UIV e Ismea, che stimano in circa 272 milioni le bottiglie di spumante italiano che saranno aperte nel periodo compreso tra Natale e Capodanno, in leggero aumento rispetto all’anno passato, quando furono circa 269 milioni (+1,3%). Ad affermarsi saranno soprattutto gli spumanti da uve autoctone e dal costo accessibile, con conseguente calo del valore complessivo, stimato in calo del 9%.
L’Italia dal canto suo si conferma mercato fertile per questa tipologia di vino, con un consumo stimato pari a oltre 77 milioni di bottiglie, in gran parte prodotte entro i confini nazionali (oltre 73 milioni). Complessivamente le stime indicano che tra Natale e Capodanno si stapperà di meno (-2,8%) soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5%), a fronte di un calo più contenuto dello spumante italiano (-2,3%). Di segno opposto invece l’export, che cresce del 2,7% e sfiora le 200 milioni di bottiglie esportate.
Le Bottiglie delle feste (dati Uiv-Ismea) | |||
Dati in bottiglie | Feste 2019 | Feste 2020 | |
bottiglie 0,75l prodotte | 269.383.388 | 272.872.317 | + 1,3% |
bottiglie 0,75l importate | 4.021.002 | 3.518.377 | – 12,5% |
bottiglie 0,75l esportate | 194.027.728 | 199.266.477 | + 2,7% |
bottiglie 0,75l consumate in Italia | 79.376.662 | 77.124.217 | – 2,8% |
di cui spumante italiano | 75.355.660 | 73.605.841 | – 2,3% |
La ricerca conferma peraltro la variazione alla domanda interna imposta dalla pandemia. A fronte di un mercato del fuori casa tuttora in grande crisi, si contrappone la crescita delle vendite in GDO e nei canali off-trade, cui spetta il compito di tenere a galla il comparto in quello che è, a tutti gli effetti, il momento saliente per le vendite di spumanti, che nei pochi giorni delle festività movimentano circa il 35% dell’intera produzione annuale (circa 776 milioni di bottiglie). Tale effetto sostituzione, se da un lato mitiga notevolmente la variazione in volume, potrebbe creare al sistema una flessione del fatturato di oltre il 12%, previsto a circa 199 milioni di euro.
“Le stime sulle vendite in Italia e all’estero in questa particolare congiuntura – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – premiano la maggior versatilità di gamma delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato. Occorre però ricordare come a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi, anche i nostri sparkling stiano pagando un caro prezzo sulla partita del valore, all’estero come in Italia. Uiv – ha concluso Castelletti – ritiene quindi fondamentale monitorare un fenomeno da una parte ascrivibile al minor potere di acquisto dei consumatori e a un conseguente effetto sostituzione, dall’altra a inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line”.