Nell’anno più difficile per la spumantistica nazionale i brindisi domestici evitano il crollo del settore.
Dopo un lungo periodo di crescita che aveva investito soprattutto gli spumanti tricolori, il 2020 sarà ricordato come l’anno della crisi più buia. Questo l’amaro giudizio che emerge da una recente indagine condotta dall’Osservatorio OVSE, che allunga anche sulle prossime festività l’ombra della recessione, stimando una perdita al consumo quantificabile in 150 milioni di euro.
Nonostante i primi due mesi dell’anno avessero registrato una solida crescita dell’export (+13% a valore, + 9% a volumi), la successiva depressione causata dal Coronavirus ha trascinato in territorio negativo l’intero settore, che ha fatto registrare un calo su base annua del 18% a valore e del 20% a volumi. A pesare le tante difficoltà incontrate dall’Horeca ma anche la parziale interruzione delle esportazioni e la mancanza dei turisti stranieri, che ha pesato per tutto l’anno su città d’arte e agriturismi.
Sebbene ancora in attesa di conoscere l’esatta portata del prossimo Dpcm che regolerà la vita sociale durante le vacanze, l’Osservatorio si dimostra pessimista sull’andamento delle vendite in questo periodo così essenziale per i vini spumanti, durante il quale si genera circa 1/3 del fatturato complessivo degli spumanti. È così che, partendo dalle 75 milioni di bottiglie di spumante nazionale consumate nel 2019, l’OVSE stima una contrazione di circa l’11%, che equivale a circa 66-67 milioni di bottiglie. Un dato complessivamente accettabile se si pensa che mancheranno all’appello tutti i brindisi nei ristoranti, nei locali e nelle discoteche.
A segnare il mercato degli sparkling di fine anno saranno soprattutto gli acquisti fatti all’insegna della resilienza, con il 70% che dichiara essere spinto all’acquisto dalla voglia di superare questo difficile momento brindando al futuro. La crisi economica attuale e le incertezze sul futuro ha reso inoltre gli italiani sensibili al prezzo, con una larga parte di loro alla ricerca di un brindisi si, purché all’insegna della convenienza.