Continua l’allarme Brexit

di redazione

Secondo l’ambasciatore inglese a Roma la possibilità di giungere a un accordo utile alle parti non è definitivamente tramontata.

Rimane alta l’attenzione dei produttori vinicoli europei e italiani agli esiti, ancora incerti, della Brexit. Dopo l’appello all’unità lanciato nei giorni scorsi dal suo presidente Ernesto Abbona, Unione Italiana Vini torna a parlare dell’argomento tramite un webinar al quale hanno preso parte, tra gli altri, Jill Morris l’ambasciatore britannico a Roma, Ferdinando Pastore, direttore Ice Londra, e Ignacio Sanchez, segretario generale del CEEV – Comité Européen Entreprises Vins.

Interpellato, l’ambasciatore Morris ha dichiarato che “C’è ancora speranza per scongiurare il no deal, perché i nostri negoziatori stanno lavorano ogni ora per trovare un accordo che sarebbe nell’interesse di entrambe le parti. Allo stesso tempo dobbiamo ammettere che sarà molto difficile”. Difficoltà che rischiano di produrre un un’impasse senza precedenti su un mercato vitale per alcune dei più importanti vini italiani quali Prosecco e Pinot grigio, ai quali si aggiungerebbero le Dop piemontesi e siciliane nonché gli altri spumanti italiani. Sarebbero proprio questi ultimi i più coinvolti da potenziali dazi e complicazioni burocratiche nel primo Paese buyer di bollicine del Belpaese con 2 bottiglie italiane importate su 3, che rappresentano oltre la metà delle vendite tricolori Oltremanica, per un controvalore pari a 400 milioni di euro.

In parziale soccorso a uno scenario commerciale fortemente condizionato dall’incertezza, UIV ha confermato alcune “misure cuscinetto” del governo UK per evitare il salto nel buio, in particolare rispetto a etichettatura (nessun cambio fino a ottobre 2022), nuove certificazioni (VI-1 sospeso fino a giugno 2021), la piena protezione delle indicazioni geografiche già riconosciute in UE e le regole sul biologico (mutuo riconoscimento per tutto il 2021). A spaventare, almeno nel breve periodo è la possibile applicazione dei dazi al 1° gennaio: “È paradossale – ha sostenuto il segretario generale UIV, Paolo Castelletti pensare a uno scenario in cui le imprese esportano a dazio zero verso il Giappone e a 32 euro a ettolitro sui vini spumanti a una dogana posta al di là della Manica”.

Infine, secondo Ignacio SanchezUn terzo scenario tra il deal e il no deal potrebbe essere una proroga dell’attuale status quo in regime temporaneo sino a eventuale accordo”.