Il rapporto economico di quest’anno ratifica la posizione raggiunta, confermando la forza di una comunità coesa e pronta a cogliere le sfide future.
Nei giorni scorsi il Consorzio Conegliano Valdobbiadene ha presentato il suo Rapporto Economico 2020, utile a comprendere lo stato della Denominazione al termine di un anno segnato dalla pandemia. Ed è lo stesso presidente Innocenti Nardi, fin dall’introduzione, ad offrircene la migliore sintesi, laddove dichiara che “Con orgoglio possiamo affermare che ogni produttore ha saputo reagire a questa situazione di repentino cambiamento con energia e determinazione. A parlare, infatti, sono i risultati”. Pur in presenza di alcune significative modifiche nella composizione del mercato, la Denominazione ha infatti retto il colpo inferto dal Corona-virus.
Tanti i dati proposti a suffragio di questa affermazione, a partire da quelli relative alle certificazioni di prodotto imbottigliato, affidabile indicatore delle vendite aziendali. Si scopre così che, dopo un primo trimestre solido culminato con il +24% su base annua di marzo, la situazione è precipitata nel bimestre successivo, chiuso dal -62% di maggio. La graduale riapertura estiva ha le certificazioni riportato in territorio positivo, purtroppo nuovamente scese a seguito delle restrizioni imposte dalla seconda ondata di Covid-19. L’esito al 30 novembre finale di questo andamento ciclico, segnalato anche dall’analisi TradeLab per Federvini, è stata una debole riduzione (-1%) dei volumi certificati, scesi dai 632mila ettolitri del 2019 ai 624mila del 2020.
A garantire questi risultati, certamente migliori rispetto a quelli che segnano il settore, è stata la capacità di adattamento delle sue aziende, capaci di trasferire il loro prodotto sugli scaffali della Gdo, pagando però un piccolo dazio in termini di remunerazione media. A riuscirci, secondo un’indagine dello scorso giugno, sono state soprattutto le aziende più grandi (produzione superiore a 1 milione di bottiglie) che solo nell’11,4% dei casi hanno denunciato cali nelle vendite, a fronte del 40,9% denunciato dalle aziende sotto alle 150.000 bottiglie annue. Complessivamente il circuito della Gdo ha assorbito 2 milioni di bottiglie in più rispetto al 2019, riuscendo peraltro a mantenere le posizioni acquisite anche in seguito alla riapertura estiva, registrando una crescita del 16,9% a valore e del 18,7% a volume.
Ancorché attesa, è infine significativa l’attenzione che, fin dalle prime parole del suo messaggio, il presidente dedica al territorio e al suo legame con il vino “Oggi quando si parla di Conegliano Valdobbiadene si evoca il luogo che ha dato origine a un fenomeno enologico unico. Qui, ancora oggi, si custodiscono con passione e attenzione il territorio e la tradizione”. Parole forse scontate per un ente che si occupa di promozione, ma che poggiano sulle solidi basi offerte da policies improntate allo sviluppo sostenibile. A tal proposito risulta interessante la lettura del commento al rapporto firmata da Aldo Bonomi, dal titolo ‘Dal distretto alla Comunità operosa’. Qui il sociologo individua le future sfide della green economy, risolvibili introducendo nel capitalismo imperante il concetto di limite, utile a preservare il territorio dall’avanzata dei capannoni e dei distretti manifatturieri.