Degustazione di due etichette di punta della cantina che produce vini tra Langhe e Monferrato.
Oddero è uno dei marchi storici tra i produttori del Barolo. L’azienda affonda infatti le radici nel XVIII secolo, quando gli avi della famiglia cominciarono a vinificare in proprio. Le cantine, situate in Santa Maria di La Morra, si innalzano su un terrazzo naturale e dei 35 ettari di cru – tra Langhe e Astigiano – oggi tutti i vigneti di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto sono biologici certificati, mentre quelli di Moscato e di Riesling sono a gestione sostenibile.
SECOLI DI STORIA
Da uno studio dei documenti parrocchiali e comunali risulta con sicurezza che gli Oddero sono presenti sul territorio di La Morra almeno dal XVIII secolo, vinificando da proprie uve a cavallo fra Settecento e Ottocento e vendendo anche fuori dall’Europa (dapprima in piccoli fusti e damigiane, poi dal 1878 in bottiglia). Alla fine del XIX secolo è infatti documentata l’esportazione del Barolo Oddero verso le Americhe.
La storia contemporanea dell’azienda si lega a quella di Giacomo Oddero. Classe 1926, eclettico, a partire dagli anni ’50 rinnovò l’antica azienda agricola e cominciò un percorso per elevare la qualità e il prestigio dei vini (anche dell’intera provincia di Cuneo, dove operò come amministratore). È sotto la guida di Giacomo che Poderi e Cantine Oddero assumono l’attuale configurazione produttiva, mantenuta oggi dalla figlia Mariacristina e dai nipoti Isabella e Pietro, che rappresentano la settima generazione della famiglia. Dal loro attento lavoro sono giunti nuovi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.
Eleganza e verticalità, sobrietà e potenziale di invecchiamento, uniti a una grande esperienza. Sono i tratti che emergono in maniera chiara dalla degustazione dei vini (anche quando la stagione mette alla prova).
Gallina, Barbaresco Docg 2017
Uvaggio: 100% nebbiolo raccolto nella prima settimana di ottobre da vigne di 13 e 50 anni.
Vinificazione: pigiatura delicata, fermentazione alcolica e macerazione per 25 giorni a temperatura controllata di 28°C. Fermentazione malolattica in dicembre.
Affinamento: invecchiamento di circa 24 mesi in botti di rovere da 40 hl, affinamento in bottiglia di sei mesi prima della commercializzazione.
Un calice dal rosso rubino vivo con accenni di granato e dotato di una bella lucentezza e trasparenza, che roteato si imperla subito di lacrime lente. Al naso spiccano i piccoli frutti a bacca rossa e nera e un’invitante speziatura pepata, con note di cuoio e balsamiche, mentuccia ed eucalipto. E la vivacità arriva diretta al palato con una bella freschezza, seguita da una sensazione tannica ancora un po’ da domare, ma intrigante. Tratti che suggeriscono di attendere per degustare il vino nel suo momento migliore. A completare il sorso, calore, una buona morbidezza e la sapidità dei terreni marnosi su cui sorgono i vigneti, per una combinazione elegante ed equilibrata.
Vignarionda, Barolo Docg Riserva 2014
Uvaggio: 100% nebbiolo raccolto a mano nella seconda settimana di ottobre da vigne tra i 13 e i 50 anni di età, impiantate a 360 metri slm.
Vinificazione: pigiatura e fermentazione alcolica in fermentino da 50 hl, con rimontaggi giornalieri e bagnatura del cappello per 25-28 giorni. Svinatura e fermentazione malolattica.
Affinamento: circa 40 mesi in botti di rovere austriaco. Dopo l’imbottigliamento, conservazione in cantina a temperatura controllata di 15°C con 70% di umidità.
Se è vero che l’annata 2014 ha messo a dura prova i produttori del Barolo, è vero anche che l’abilità del vignaiolo emerge proprio nelle stagioni difficili. È il caso del Barolo Riserva Vignarionda, che al calice lascia già intuire la propria vitalità, con un colore rosso rubino tendente al granato, di grande lucentezza. Il naso è complesso e seducente, fatto di frutta a bacca rossa matura, ricordi di ciliegia, una balsamicità intensa e sentori di tabacco, cuoio e liquirizia, ma anche lievi accenni verdi. In bocca l’ingresso è vellutato e austero nel gusto, morbido ma con discrezione, caldo e dotato di una bella freschezza e di tannini che asciugano nel finale, dimostrando garbo ma anche giovinezza. Eleganza, equilibrio e promesse interessanti per il futuro.