Cantina Italia: di Prosecco una bottiglia su dieci

di Carlo Spagnolo

Più rossi che bianchi nelle cantine italiane alla fine del 2020, quando si registra un aumento delle giacenze superiore al 4%.

Finalmente giunti alla fine di un anno ancora oggetto di analisi, abbiamo sintetizzato per voi la situazione delle giacenze detenute dalle cantine italiane a fine 2020, come illustrate nel consueto report Cantina Italia redatto dal Mipaaf. Fin da subito si può rilevare che il tanto temuto crollo delle vendite non si sia verificato, nel corso di un anno che per lunghi tratti ha visto le giacenze vinicole sotto i livelli dell’anno pre-covid. Nel dettaglio, il 31 dicembre scorso, i carichi presenti nelle circa 17.000 aziende considerate dal report ministeriale, erano pari a 60,9 milioni di ettolitri di vino, 8,3 milioni di ettolitri di mosti e 2,8 milioni di ettolitri di VNAIF – Vini Nuovi Ancora In Fermentazione, per un carico complessivo di poco superiore ai 72 milioni di ettolitri. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si rileva un aumento delle giacenze di vino del 4,4%, a cui si contrappone una diminuzione dei mosti del 8,5% e del 10,5% dei VNAIF.

Vini Dop 30.737.399
Vini Igp 16.706.339
Vini Tavola 12.677.172
Vini Varietali 784.411
Mosti 8.308.383
Vnaif 2.831.257
TOTALE 72.044.960

Queste prime informazioni testimoniano che, anche nel momento di maggior pressione sulle cantine, quando cioè sono massimi i carichi di prodotti vinicoli, le Denominazioni di Origine confermano la loro centralità. Ad esse è infatti imputabile il 50,47% del prodotto detenuto, con una lieve prevalenza delle tipologie rosse (24,94%) rispetto alle bianche (24,50%). Tale dato si accentua se sommiamo ai vini rossi Dop quelli Igp, che assieme valgono il 39,72%, contro il 36,18% delle versioni in bianco. Viceversa marginale il peso delle tipologie rosato (Dop e Igp), che pesano appena il 2%.  In attesa degli imminenti imbottigliamenti crescono anche i vini a Indicazione Geografica Protetta, che formano il 27,43% del monte vinicolo. Abbondano anche i vini da tavola (20,81%), mentre marginale rimane il ruolo dei varietali, fermi ad un misero 1,29%

A livello geografico il nord rappresenta la vera cassaforte nazionale, detenendo il 58% delle giacenze, seguita da Sud (19%), Centro (14%) e Isole (9%). A questo risultato contribuiscono in modo decisivo Treviso e Verona, rispettivamente prima (12,28%) e seconda (10,16%) nella graduatoria delle province più ricche di prodotto. Segue, molto lontana, la provincia di Siena (4,34%). Nel loro complesso, le prime dieci province per quantitativi custodiscono oltre la metà dell’intero patrimonio vinicolo italiano (51,11%).

Come facilmente prevedibile, a guidare la Top10 delle IG con più giacenze è il Prosecco Dop (4,57 milioni hl), al quale, se trasformassimo le giacenze di vino IG in prodotto confezionato, si potrebbe imputare quasi una bottiglia su dieci tra tutte quelle presenti in cantina. Sempre in Veneto troviamo l’omonima Igp (1,73) e la Dop delle Venezie (1,62), portabandiera del Pinot grigio italiano nel mondo. La piazza d’onore in questa particolare graduatoria è ad appannaggio del Puglia Igp, prima tra le indicazioni geografiche tipiche, che vanta 2,26 milioni di ettolitri e la Dop Sicilia, ferma a 1,83 milioni di hl.

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