Il grande ente di tutela inizia ufficialmente la sua vita definendo una nuova brand identity, che prende forma in un logo capace di racchiudere i tratti essenziali dell’universo Lambrusco.
Il 2021 è iniziato con più di una novità per il Consorzio Tutela Lambrusco, la nuova realtà che, a partire dal primo giorno dell’anno ha raccolto i tre Consorzi preesistenti e votati alla tutela del famoso vino emiliano. Il primo atto formale approvato dal neocostituito consiglio di amministrazione è stata la nomina di Claudio Bondi, già alla guida del Consorzio Lambrusco di Modena, a presidente.
“È un giorno importante per il nostro Consorzio, che inizia ufficialmente la sua attività attraverso la prima seduta del suo consiglio di amministrazione – commenta Biondi – Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo: ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia”.
Nel corso del CdA è stata, inoltre, presentato anche il nuovo logo del Consorzio, espressione immediata di un’identità di marchio che, secondo le parole dello stesso Bondi “riuscisse a fondere insieme alcuni elementi essenziali dei nostri territori e dei nostri vini. Dalle tonalità di colore che il Lambrusco assume a seconda delle tante anime di quest’uva, che virano dal rosa chiaro, al rubino fino al porpora, a quelle che richiamano i caratteristici piccoli frutti rossi, il cui aroma è uno dei fattori più identificativi delle nostre bolle”.
Ampliando poi le sue considerazioni allo stato di salute dalla grande filiera del Lambrusco, il presidente neoeletto aggiunge che “A causa dell’emergenza pandemica tuttora in corso, il 2021 si è aperto nello stesso clima d’incertezza che ha caratterizzato lo scorso anno. La nostra base produttiva sta reagendo con forza alla difficile congiuntura economica e ora la nascita di questo Consorzio è un’arma in più per pianificare strategie che siano di aiuto a tutta la filiera con un imprescindibile spirito di coesione. Impegno prioritario del Consorzio andrà verso le aziende più penalizzate in questo momento storico, ovvero quelle che hanno come principale sbocco il canale Horeca. In questo senso – conclude Bondi – ci siamo già attivati con la richiesta formale, da parte di tutta la filiera vitivinicola alla Presidenza del Consiglio dei ministri, di rivedere l’impossibilità di vendita di vini e bevande alcoliche per asporto nei bar e nelle enoteche dopo le ore 18. Il provvedimento, entrato in vigore lo scorso 16 gennaio a seguito dell’ultimo DPCM, sta infatti andando ad aggravare immotivatamente una frangia di produttori già messi a dura prova”.