L’imbottigliato della denominazione astigiana sopra quota 90 milioni. Bene Stati Uniti d’America e Regno Unito, mentre calano le vendite in Italia.
In occasione della presentazione del suo nuovo presidente, il Consorzio dell’Asti ha presentato i dati relativi all’imbottigliato 2020, che risulta pari a 91.590.374 bottiglie, in crescita dell’8,4% rispetto all’anno precedente, quando le bottiglie furono 84.490.188. Nel dettaglio sono state prodotte 53.420.736 bottiglie di Asti Docg (nel 2019 erano 51.210.932) e 38.169.638 bottiglie di Moscato d’Asti Docg (nel 2019 erano 33.169.638).
A livello globale, si segnala la performance negli Stati Uniti, dove sono state esportate oltre 28 milioni di bottiglie contro i 20 del 2019, grazie soprattutto al Moscato d’Asti, che è passato dai 15 milioni di bottiglie agli oltre 22 milioni. L’Asti spumante, invece, ha conquistato un’importante fetta di mercato in UK, con un incremento di quasi 2 milioni di bottiglie, mentre la Russia si conferma primo mercato estero con quasi 11 milioni di bottiglie. Nel mondo, l’Asti Spumante Docg segna un 55,3% di esportazioni in Europa, cui seguono Russia (21,9%), Nord e Sud America (16,5%) ed Asia (8,8%), mentre il Moscato d’Asti Docg conta su un 72,4% di esportazioni in Nord e Sud America, mentre i valori di Europa e Asia sono rispettivamente 18,3% e 8,6%.
Di segno opposto invece il mercato interno, dove nonostante le grandi aspettative legate alla imponente campagna promozionale legata ad Alessandro Borghese e la crescita dell’Horeca, il più importante canale per la distribuzione dell’Asti Spumante, la Denominazione perde 1,7 milioni di pezzi.