Montecucco, identità forte e qualità nell’invecchiamento

di Elena Morganti

Degustazione di una selezione di referenze di Doc e Docg, vini intriganti e capaci di guardare al futuro.

di Elena Morganti / Giambattista Marchetto

Iniziata alla fine degli anni Novanta, la storia della DOC Montecucco – che dal 2011 include anche la DOCG Montecucco Sangiovese – rimanda alla seduzione di un Sangiovese “vulcanico”, che unisce mineralità e acidità. La denominazione, infilata tra le DOCG del Brunello di Montalcino e del Morellino di Scansano, esprime le peculiarità di un terroir tra la Maremma Toscana e le pendici del Monte Amiata, in un’areale di 7 comuni (Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano).

Il Consorzio ha visto un aumento significativo degli associati negli ultimi anni – oggi sono 68 le aziende in denominazione, per oltre 500 ettari di vigneto e 1,2 milioni di bottiglie – ed è attivo nella valorizzazione e riconoscibilità del territorio di cui il vino è portavoce. I numeri sono destinati a crescere, dato che il potenziale produttivo del Montecucco (se tutti i vigneti fossero dedicati a Doc e Docg) sfiorerebbe i 5,5 milioni di bottiglie.

AUTENTICITÀ DA ARCHIVIARE

Facendo la tara tra autenticità e nuove energie, quel Sangiovese grosso sta emergendo per qualità intrigante e proprio le annate degli esordi fanno emergere una netta somiglianza con il cugino nobile oltre l’Ombrone, senza però fare il verso al Brunello e alla sua tradizione.

Il Montecucco Sangiovese Docg è un gioiello ottenuto con una delle rese per ettaro più basse d’Italia: appena 70 quintali per ettaro di vigna. Acerbo nella freschezza dell’acidità, a tratti sgarbato da giovane, ma capace di una maturità affascinante, questo vino invecchia senza rughe e si rivela una “nicchia” che nasce in una Toscana autentica e bellissima.

Il risultato è dunque una produzione che esalta le caratteristiche del Sangiovese, senza scimmiottare il Brunello e che promette esperienze intense dopo quindici o vent’anni. Il suggerimento è dunque di “archiviare” qualche bottiglia, magari della Docg 2016 o della Doc 2018 – ora in commercio – che si annunciano come ottime annate.

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Su invito del Consorzio Tutela Vini Montecucco abbiamo degustato alcune referenze ora in commercio.

Peteglia – Montecucco Doc Vermentino 2019

Uvaggio: 100% Vermentino
Vinificazione: 28 giorni in acciaio
Affinamento: 5 mesi in acciaio e due mesi in bottiglia prima della vinificazione

Giallo paglierino pallido nel calice e dai riflessi verdolini, il Vermentino di Peteglia rivela al naso dei bei profumi di fiori bianchi e frutta fresca, mela e pesca bianca, con note di pompelmo, scorza di limone e lievi sentori primari e aromatici. Al palato ha una bella vivacità e un buon corpo, con sensazioni di frutto che tornano. Piacevole la sapidità, che porta il sorso in chiusura con un finale caldo e leggermente amaricante. L’abbinamento più classico? Un tortello maremmano condito con burro e salvia.

Le Maciarine – Montecucco Rosso Doc 2018

Uvaggio: 90% Sangiovese, 8% Petit Verdot, 7% Cabernet Sauvignon
Vinificazione: in acciaio a temperatura controllata di 25-28°C. A seguire, due settimane di macerazione con rimontaggi e délestage.

Di un bel rosso rubino vivo, al naso presenta un bouquet di ciliegia croccante dal sentore vinoso, di giovinezza, e note verdi e di sottobosco, con ricorsi piacevolmente pepati. In bocca è fresco e fruttato, con la croccantezza anticipata dagli aromi. Sapido e ben equilibrato, si risolve in una chiusura minerale e asciugata dai tannini. Un vino giovane e di pronta beva, vinificato e affinato senza l’impiego di legno, da godere a tutto pasto e con piatti non troppo strutturati come una bella bistecca ai ferri.

Le Pianore – Tiniatus, Montecucco Rosso Doc 2018

Uvaggio: Sangiovese e Merlot per il 35-40%
Vinificazione: fermentazione in acciaio a una temperatura controllata inferiore a 26°C
Affinamento: invecchiamento di un quarto della massa in tonneaux di rovere francese e di tre quarti in acciaio. A seguire, riposo di 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

Il calice è di un rosso rubino leggermente scarico, ma di bella lucentezza. Gli aromi sono inizialmente timidi. Le prime a emergere sono le note di rabarbaro e di pepe, mentre il frutto esce più lentamente e va verso la ciliegia e il melograno e i ricordi di macchia mediterranea. Al palato Tiniatus è un vino di buon corpo e dalla freschezza che colpisce subito, ben equilibrata con le altre componenti. A spiccare soprattutto la balsamicità, piacevole e avvolgente. Un vino in cui si avverte l’influenza dell’altitudine. La zona di produzione è infatti quella di Monticello Amiata dove, a 500 metri di quota, il Merlot arriva a maturazione con più agilità rispetto al Sangiovese.

Campinuovi – Montecucco Sangiovese Docg 2016

Uvaggio: 100% Sangiovese
Vinificazione: fermentazione a partire da lieviti autoctoni in tino di rovere da 70 hl.
Invecchiamento: in tino di rovere di Slavonia da 70 hl e, a seguire, 4 mesi di affinamento in bottiglia.

Siamo nel cuore della denominazione, a Cinigiano, e l’annata è una delle più interessanti degli ultimi anni. La si avverte tutta nei bei profumi verticali di questo Montecucco, tra aromi di ciliegia e fragola mature, sentori minerali e lievemente animali e una delicata nota di tabacco. Al palato ha una buona morbidezza, bilanciata con l’acidità e con una piacevole vena sapida, arricchita da ritorni di frutto. Il tannino, ancora lievemente verde, asciuga il sorso in un finale dai ricordi di tabacco.

Monte Nero – Montecucco Sangiovese Docg 2016

Uvaggio: 100% Sangiovese
Vinificazione: Fermentazione in tini troncoconici in cemento
Invecchiamento: 18 mesi in botti di rovere francese da 40 hl e 9 mesi di affinamento in bottiglia

Rosso rubino lucente con sfumature tendenti al granato e aromi timidi, che si aprono via via verso sentori animali, aromi di prugna e marasca ed eleganti note di incenso e di pepe. Al palato è piacevole nel bilanciamento tra acidità e morbidezza, con un tannino ancora giovane, ma educato. Nel finale tornano le sensazioni di incenso. Un vino di grande eleganza ed equilibrio, firmato dall’enologo Maurizio Castelli.

Otto Ettari, Montecucco Sangiovese Docg Riserva 2016

Uvaggio: 100% Sangiovese
Vinificazione: in vasche d’acciaio a temperatura controllata
Invecchiamento: 24 mesi di riposo in legni di diverso tipo, tonneaux, barriques e botte grande, seguiti da 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Di un bel rosso rubino luminoso tendente al granato, al naso il Riserva di Otto Ettari accarezza il naso con aromi di ciliegia matura, note balsamiche di borotalco e una leggera vaniglia, ma anche ricordi di tabacco. Al palato è un vino di grande morbidezza e dalla bella acidità per un sorso che chiude in un lungo finale di liquirizia.

Basile – Ad Agio, Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016

Uvaggio: 100% Sangiovese
Vinificazione: fermentazione in tini troncoconici e macerazione di 30 giorni
Invecchiamento: 24 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 l e 24 mesi di affinamento in bottiglia.

Di un rosso rubino intenso, quasi porpora e profondo, al naso Ad Agio libera profumi intensi di amarena, note balsamiche mentolate e di sottobosco. I ricordi dell’affinamento si rivelano lievi, insieme a delicati sentori ematici. Al palato è morbido, con una bella acidità e un tannino non eccessivo ma ancora un po’ da domare. Bella la sensazione di calore, che insieme al frutto portano il sorso fino al finale, lungo e sapido.

Poggiomandorlo – La Querce, Montecucco Sangiovese Docg 2014

Uvaggio: 100% Sangiovese
Vinificazione: fermentazione in acciaio a 24°C per 18 giorni
Invecchiamento: 36 mesi in botti di rovere di Slavonia da 30 hl e 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Nel calice sfoggia un rosso rubino di bella lucentezza, con sfumature leggermente tendenti al granato. Bella al naso la balsamicità, che accompagna aromi intensi di frutto maturo, insieme a note pepate e lievi accenni di cioccolato e tostatura. In bocca si bilancia tra morbidezza e acidità sferzante, tannini ancora giovani, un frutto pieno che ritorna e il richiamo invitante della sapidità. Un esercizio di stile ed equilibrio, in un’annata non facile, ma davvero ben gestita.

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