Gli italiani si confermano grandi consumatori di frutta e verdura e pongono sempre maggiore attenzione sulle produzioni certificate Bio.
I sistemi alimentari in tutto il mondo si stanno muovendo per promuovere il cambiamento verso stili di vita più sani e sostenibili. L’Assemblea Generale dell’ONU proclama il 2021 “Anno Internazionale della frutta e della verdura” per sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici nutrizionali e sull’importanza dell’ortofrutta per l’alimentazione umana, la sicurezza alimentare e la salute.
Ed è proprio durante il lockdown, che i consumatori sono andati alla ricerca di prodotti naturali, biologici, con etichette chiare, a conferma di una tendenza di crescita già in atto e segno evidente che è fondamentale mettere in campo azioni di sensibilizzazione per ribadire l’importanza della frutta e della verdura per l’alimentazione umana, per la sicurezza alimentare per la salute e per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia è il Paese in cui la propensione al consumo di frutta è più elevata. Nel complesso, nel 2020 l’81% della popolazione in Italia assume almeno una porzione di frutta o verdura al giorno, dal quale si ottiene un consumo pro capite annuo pari a 160 kg, di gran lunga superiore rispetto a quello di Germania (109 kg) e Regno Unito (101 kg).
Le vendite di ortofrutta veicolate dalla distribuzione moderna (che ricomprende Iper; Super; Libero Servizio Piccolo e Discount) evidenziano un incremento del +9,1% a volume rispetto al 2019 (fonte: Nielsen, perimetro confezionato a peso imposto) e +8% a valore (oltre 4,5 miliardi di euro). Nell’anno della pandemia una famiglia su quattro ha acquistato ortofrutta online dai siti della grande distribuzione, con una domanda potenziale ancora maggiore e non soddisfatta a causa di una forte intensità delle richieste, tanto che durante il lockdown il 16% ha provato a effettuare un ordine senza successo. Per l’ortofrutta il canale on line non si esaurisce con la Gdo: un ulteriore 15% ha acquistato da siti di produttori o mercati agricoli on line.
Inoltre, per il 60% dei responsabili acquisti l’origine 100% italiana acquisirà ulteriore centralità nelle scelte scelta di frutta e verdura. Ne è conferma l’elevata importanza attribuita ai prodotti ortofrutticoli a km zero o del territorio (45%). Anche la ricerca di adeguate garanzie di controllo e rintracciabilità lungo la filiera genera interesse (45%). Tra gli altri valori determinanti, ci sono i prodotti biologici (34%) e salutistici (32%), con un occhio anche alla sostenibilità, grazie alle confezioni in materiali riciclabili o ecosostenibili (30%).
L’ortofrutta è dal canto suo la categoria prediletta del consumatore interessato al bio, a cui afferisce il maggior giro d’affari del segmento. Sono, infatti, 208 i milioni di euro generati dalle vendite a peso imposto realizzate nella distribuzione moderna nel 2020, divisi quasi perfettamente a metà tra frutta (48%) e verdura (52%). Vendite che hanno registrato un balzo del +8% a valore rispetto all’anno precedente, in crescita quasi doppia rispetto all’intero paniere bio (+4,5 a valore rispetto al 2019). A registrare le performance più brillanti sono stati LSP – Libero servizio piccolo e discount, con una crescita rispettivamente del 9% e del 28%.
Nel costruire le prospettive e quindi le politiche strategiche del mondo ortofrutta bio, però, occorre monitorare anche tutti gli altri canali, dedicando particolare attenzione ai consumi fuori casa, oltre che ampliare il dettaglio per categoria nell’analisi del peso variabile. Per queste ragioni Nomisma e Assobio hanno deciso di proseguire le attività dell’Osservatorio Ortofrutta, inaugurato già nel 2018, che intende superare la carenza di informazioni in merito all’andamento vendite e al ruolo del comparto bio, nelle singole categorie di ortofrutta a peso imposto e peso variabile nei diversi canali.
“Il segnale che il consumatore italiano ci manda è inequivocabile – osserva Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio – nell’anno del lockdown le scelte hanno premiato i prodotti biologici e biodinamici, la vendita di ortofrutta bio è cresciuta dell’8%. Riteniamo per questo che sia il momento opportuno per rilanciare l’attività dell’Osservatorio Organic F&V Monitor insieme a Nomisma, riconoscendo il giusto peso e dignità a ciascun canale di vendita, dallo sfuso al fuori casa, fino alla ristorazione collettiva, per fornire agli operatori uno strumento informativo completo, utile per supportare il loro sviluppo commerciale e strategico nel comparto”.
“Oggi solo il 19% degli italiani segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevedono l’assunzione di almeno 4 porzioni di frutta e verdura al giorno. Se a questo si aggiunge il fatto che il 46% degli over 18 anni è in sovrappeso o obeso, appare cruciale l’azione di sensibilizzazione del consumatore per consolidare sili di vita alimentari salutari – osserva Silvia Zucconi Responsabile Market Intelligence Nomisma – Il contesto pandemico ha contribuito ad orientare le scelte dei consumatori verso prodotti espressione di valori quali salutismo, tracciabilità, garanzie di qualità. Avere dati che misurano e monitorano le dinamiche di mercato dell’ortofrutta diventa così – non solo uno strumento fondamentale per le imprese della filiera – ma anche contributo addizionale per supportare la definizione di policy di prevenzione e la promozione di campagne a sostegno della comunicazione degli attributi valoriali dell’ortofrutta e del biologico, proponendo iniziative concrete proprio nell’Anno Internazionale della frutta e della verdura”.