Vino Rosato, la scelta è emozionale

di redazione

Nell’acquisto dei pink wine i consumatori pongono grande attenzione a brand e etichetta. A giugno appuntamento a L’Aquila per una tre giorni dedicata al food pairing.

Secondo un sondaggio realizzato tra i giudici parte del panel della Selezione Rosé del Concours Mondial de Bruxelles l’80% degli attuali consumi dei Pink wine sono spinti dalla fama del brand e dell’etichetta, a prescindere dal vitigno. A vincere è soprattutto la riconoscibilità del territorio di produzione a dimostrazione di una scelta emozionale che esula dalla conoscenza tecnica del vino in sé e che si basa essenzialmente sull’idea di moda, sulle sensazioni gusto-olfattive e su un approccio edonistico.

Superato il concetto di vino puramente al femminile – ha spiegato Thomas Costenoble, direttore del Concours Mondial de Bruxelles – le Pink label sono ormai un vero e proprio fenomeno in ascesa a prescindere dall’età e dal genere dei consumatori, che oggi sempre più spesso optano per una bottiglia di rosé sia nel caso di un evento particolare sia se sono semplicemente a caccia di relax e momenti di convivialità. Da ciò emerge che si tratta di una scelta principalmente funzionale allo scopo del consumo, in testa la ricerca del piacere e della socialità, e soprattutto dettata dai gusti personali che spesso non coincidono con una conoscenza oggettiva del vino o del vitigno. Anzi – continua Costenoble – quasi sempre si preferiscono le etichette del proprio territorio di appartenenza, in quanto godono semplicemente di fama e conoscenza di prossimità. In altre parole, ciò che evidenzia la nostra indagine interna è che per otto consumatori su dieci i vini rosati sono amati in quanto tali, sono visti come un mezzo per il soddisfacimento dei propri sensi, simboleggiano uno stato emotivo del momento, sono fortemente caratterizzati da un connotato fashion e il loro consumo è trainato essenzialmente dai brand famosi”.

Un identikit questo che non trascura il fattore versatilità, oggetto di crescente attenzione anche da parte degli chef. Per questo gli organizzatori del concorso danno appuntamento a L’Aquila dal 4 al 6 giugno per una tre giorni, riservata agli addetti ai lavori, che punterà i riflettori proprio sul foodparing. “Si tratta di una sorta di concorso nel concorso – spiega Baudouin Havaux, presidente del Concours Mondial de Bruxelles – che coinvolgerà tutti i vini rosati italiani e degli altri Paesi partecipanti che hanno conquistato le Gran Medaglie d’Oro e quelle d’Oro, quindi i massimi riconoscimenti previsti dalle nostre competizioni. Saranno loro i protagonisti di sessioni di degustazioni guidati in forma totalmente anonima da giudici esperti che valuteranno i vini in gara non dal punto di vista organolettico tradizionale, ma sulla base del loro potenziale abbinamento migliore con delle specifiche categoria di piatti, che vanno dai crostacei agli arrosti, passando per i primi piatti e il dolce. Gli abbinamenti più votati saranno elaborati da uno chef stellato di fama internazionale e chiaramente il vino vincitore sarà decretato proprio sulla base del più riuscito abbinamento sensoriale con il piatto”.

Nell’attesa di celebrare la versatilità dei Pink wine, sono stati intanto resi noti i risultati della prima edizione della Selezione Rosé del Concours Mondial de Bruxelles che ha incoronato l’Italia seconda al mondo per numero di medaglie conquistate (complessivamente 64) dietro la Francia (135 medaglie ottenute) e davanti la Spagna (42). Sono stati 225, in totale, i vini tricolore in gara su oltre 1.000 etichette partecipanti (tra rosé tranquilli, spumanti, frizzanti e liquorosi) arrivate da 27 Paesi e valutate nel pieno rispetto delle regole sanitarie da una giuria selezionata composta da 40 degustatori belgi tra sommelier, giornalisti, opinion leader e Master of Wine. Tra le regioni che hanno ottenuto maggiori riconoscimenti brillano il Veneto (20 medaglie), l’Abruzzo (16), la Puglia (9) e il Friuli-Venezia Giulia (6).